Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età

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Screenshot da www.repubblica.it

26 donne hanno scritto al Papa. Sono tutte e 26 amanti di sacerdoti. Oddìo, “amanti” è un po’ forte. Diciamo che sono le loro “compagne” (anche “compagne” è fortino, trattandosi di sacerdoti), o, meglio, le donne con cui i sacerdoti intrattengono una relazione amorosa importante (e perché, di “relazione amorosa” che ne dite??), e importante al punto di poter prendere in considerazione l’ipotesi di smettere l’abito talare per una vita più laicamente caratterizzata.

Bene.

Ma come hanno fatto 26 donne (dico, ven-ti-se-i), ciascuna di loro innamorata di un prete, a incontrarsi fra di loro e a firmare una missiva a Bergoglio?? Cosa c’è, l’Associazione Nazionale Amanti Clandestine Cattoliche?? Il Gruppo Facebook delle Aspiranti Sacerdotesse? Hanno aperto un hashtag su Twitter della serie #nocelibato?? Si sono scambiate il numero di telefono e hanno riversato su WhatsApp le loro pene d’amore così almeno si sono sentite comprese e ascoltate?

Non è una questione di outing, ma di come si è arrivati a quel testo e a metterci la bellezza di 26 nomi e cognomi in calce in una condizione in cui ciascuna delle firmatarie a regola di bàzzica dovrebbe starsene nel più stretto anonimato rispetto alla società civile. Non lo dicono al macellaio, figuriamoci al Papa!

Ratzinger, se aveva un merito, era proprio quello di propugnare i nulla osta a chi voleva abbandonare i voti per metter su famiglia. Non doveva esserci nessun impedimento, nessuna pressione contraria.
Dunque, se esistono di queste realtà, lo si deve anche a chi tiene i piedi in due staffe. Dio e Mammona, come diceva quel Tale. Saranno forse i troppo furbi.

Le omelie di Papa Bergoglio (forse!) – C’era una casa molto carina

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Erra una cassa molt’occarína
sansa sophito, sansa cuchína
non si poteba entrarchi déntro
porque non chera il pabiménto
e non si poteba fare ‘ppipí
porque non chera basíno allí.

 

Eco, questa historia rracònta de una familia muy triste porque non poteba fare la pipì dentro al basìno.
E sapete perché? Perché el basìno non chera. Non ci abébano neanque el basino per una cossa tan estúpida como la ‘ppipì. E pensare che oghi ci sono i nonni che sofrono de la próstata.
Eco, ora dobiamo ésere tuti pronti a richévere il maraviglioso dono de la próstata!

Roberto Formigoni alla Messa di Papa Francesco

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Il Signor Pontefice Francesco Bergoglio, in una messa ha detto: ” (…) i peccatori pentiti sono perdonati. I corrotti no, perché rifiutano di aprirsi all’amore“.

Al rito religioso stava assistendo Roberto Formigoni, rinviato a giudizio il 3 marzo scorso per associazione a delinquere e corruzione.

Tra i politici era presente anche Maria Stella Gelmini. Non costituisce reato, infatti, costruire tunnel da Ginevra al Gran Sasso.

Bergoglio: “Chi sono io per giudicarlo?”

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Non si fa altro che parlare dell’effetto rivoluzionario che le parole del Papa sugli omosessuali, pronunciate durante il suo viaggio di ritorno dal Brasile avrebbero prodotto nell’opinione pubblica.

«Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?»

Dove sarebbe la rivoluzionarietà di questa frase? Quale apertura porta? La verità è che non c’è novità e che il Papa non ha detto assolutamente niente di particolarmente interessante da poter giustificare una svolta della visione dell’approccio cattolico verso gli omosessuali.

In primo luogo perché a chiunque abbia una coscienza il pre-giudizio, ovvero il giudizio preventivo, formato a monte, nei confronti dei gay come persone fa orrore.
Secondariamente perché lo stesso catechismo della chiesa cattolica prevedeva una particolare attenzione e accoglienza verso le persone omosessuali. Almeno sulla carta.

E se, poi, l’omosessuale, Dio non lo cerca perché, si veda il caso, è ateo? Dobbiamo giudicarlo? Siamo autorizzati a dare un giudizio su di lui?

Quello del giudizio, nella chiesa cattolica è un tema estremamente sensibile, addirittura portato all’esasperazione.

Ma quale sarebbe l’atteggiamento del Papa nei confronti delle legittime richieste delle persone omosessuali che vorrebbero contrarre matrimonio (immagino che un omosessuale che cerca Dio poi ambirebbe al matrimonio, e con una persona dello stesso sesso, altrimenti non avrebbe senso) e adottare dei bambini. E’ lì che la frase di Bergoglio perde completamente la sua efficacia empatica e non entra nel merito delle cose.

Qual è la risposta della chiesa cattolica a queste sacrosante istanze? Solo che la persona omosessuale deve essere rispettata? Ma questo lo sapevamo tutti.

Però se n’è parlato per due giorni, decentrando l’attenzione dai grandi argormenti di discussione per il nostro paese.

Il giudizio di distrazione di massa!