Le piu’ belle canzoni della nostra vita – Gianni Bella – Non si può morire dentro

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E di "Non si può morire dentro" di Gianni Bella ne vogliamo parlare?

Successo nazionale, del resto Gianni Bella è stato ed è un bravo musicista. Solo che quando era giovane aveva anche delle discrete doti vocali, in particolare il falsetto, che ha sfruttato egregiamente in questo successo del 1974 o 1975, ora non me lo ricordo più e mi fa fatica anche andarlo a cercare, abbiate pazienza, ho appena sbrinato il frigorifero ed è venuto giù un pezzo di ghiaccio in un’unica soluzione sembrava l’iceberg del Titanic.

La canzone è tipicamente machista, la figura della donna è di quelle sottomesse all’uomo. Il protagonista maschile della canzone la lascia, bastardo, salvo poi rimpiangerla e raccontarle un paio di frasi fatte, di quelle da dopocena ("il mondo, tu lo sai, è degli innamorati", ma vaffaculo!)

Lei, pur sedotta e abbandonata, trova il modo per chiudere quell’amore con le ultime parole famose (e questa volta famose davvero!) "Non si può morire dentro!". Che, se vogliamo, è una di quelle frasi alla Rossella O’Hara ("Domani è un altro giorno!", e infatti è stata fatta una bella canzone anche da quella).

E’ inutile, le donne delle canzoni trovano sempre il modo di concludere una storia d’amore con dignità e classe.

Niente frasi fatte, dunque, tipo "Ho bisogno di qualche giorno per riflettere" o, peggio, "Sono la persona sbagliata nel momento sbagliato" (non è vero un cavolo, la persona sbagliata nel momento sbagliato sei tu per lei!)

E nemmeno piagnistei del tipo "Ecco… se tu vai al lavoro vuol dire che ami più il tuo lavoro di quanto ami me… lo sapevo io… una volta eri diverso, una volta mi amavi, ecco….®"

No, una bella sentenza definitiva passata in giudicato, non si può morire dentro, mi puoi anche lasciare ma almeno questo imperativo negativo prenditelo e ficcatelo dove lo senti meglio.

Tutti i juke-box di tutte le riviere erano tempestate da questo motivo che era tutt’altro che una canzonetta estiva. Mah, altri tempi…


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