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Mi sento chiedere, nemmeno tanto raramente, da parte di qualcuno perché le mie audioletture sono in vendita (su abbonamento) su Audible e disponibili gratuitamente su classicistranieri.com.
La risposta è molto semplice nella sua tremenda essenzialità: perché si tratta di cose MIE, di cui detengo il copyright e ne faccio quello che voglio io. Punto. Posso regalarle o venderle a mio piacimento, e su questo non ammetto repliche di sorta.
Qualcun altro mi ha chiesto anche perché io metta in vendita (su audible.it e audible.com) le opere liberamente scaricabili da librivox.org. Anche qui si rasenta il “tranchant” nella risposta: perché lo posso fare. Perché Librivox me lo consente (“We had this discussion early on, and decided we didn’t want to add any restrictions to the recordings we make, which are based on public domain books. This means others can use our recordings however they wish, including for commercial purposes.”) Non impedisco a nessuno di andare a prendersi un titolo gratis su librivox.org (molti titoli sono redistribuiti anche attraverso classicistranieri.com), mi prendo solo la briga di farci del vile denaro, se qualcuno vuole darmelo. Se no, benissimo, campo lo stesso. Cosa dite? E’ crudele e amorale? Forse, ma è tremendamente e perfettamente LEGALE. E questo mi basta.
Non è legale, invece, per un terzo, vendere gli audiolibri distribuiti da Liber Liber. Infatti mi guardo bene dal farlo, limitandomi a redistribuirli gratuitamente sulla mia biblioteca.
Solo Liber Liber ha il diritto di rivendere l’opera dei suoi volontari, e su questo non ci piove, non ci sono questioni. Infatti non è questo il punto. Il punto è: lo fa o non lo fa? Nel dubbio, sono andato a dare un’occhiata su Audible, cercando i nomi dei volontari (forse non tutti, non sono stato così certosino) che hanno prestato la loro voce al Progetto Libroparlato. E ne ho tratto qualche osservazione.
Togliamo subito dalla lista dei volontari sotto osservazione l’eccellente Silvia Cecchini. E’ stata una delle primissime voci di Liber Liber, ha letto le prime opere di pubblico dominio reperibili (gratuitamente o a pagamento) ed è un panzer, un tritacarne, una stakanovista della lettura ad alta voce, un bulldozer, uno schiacciasassi: ha 617 titoli in vendita, tanto di cappello, perché tutto quello che ci guadagna è ben meritato, se non altro per l’impegno profuso. Pubblica per conto suo ed è perfettamente indipendente da Liber Liber, se non per quei pochi titoli (pochi rispetto ai 617 suddetti) che hanno costituito la sua collaborazione iniziale (interrotta?) con i Nostri.
Passiamo a Luca Grandelis: sono in linea su Audible le sue interpretazioni di “Confessione” di Tolstoj, dell'”Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam e de “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Tutti reperibili gratis anche su Liber Liber.
Di Cristiana Melli, altra voce di punta, sono disponibili su Audible “La casa dei melograni” di Oscar Wilde, “La lettera scarlatta” di Hawthorne e “Disobbedienza civile” di Thoreau.
Di Riccardo Fasol sono disponibili, tra gli altri, “Carta bollata” di Salvatore Farina, il “Galateo” di Giovanni della Casa, “La contessa di Karolystria” del Ghislanzoni (reperibile anche su librivox.org), e l'”Apologia di Socrate” di Platone.
Un solo risultato a favore della voce di Mela Boev, quello de “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe.
Sono variamente rappresentati anche Stefano e Serafino Balduzzi e Vittorio Volpi. Curiosamente cliccando la voce “I racconti delle fate” di Collodi appare la copertina del “Pinocchio” dello stesso autore. Insomma, qualche imbarazzante pasticcio.
Ora ci sono da osservare un paio di cose: TUTTI questi titoli citati (eccezion fatta per i “Racconti delle Fate” di Collodi, presente in una lettura differente da quella “polifonica” proposta da audible.it) sono disponibili gratuitamente su Liber Liber, con gli stessi lettori. E, soprattutto, TUTTI questi audiolibri sono messi in commercio dallo stesso editore, la SAGA Egmont, che è una costola del noto editore danese Lindhardt og Ringhof. Non so come funzioni SAGA Egmont e in base a quali criteri metta in linea su Audible le sue edizioni e paghi le royalties ai legittimi detentori dei diritti, non me ne sono occupato e poi non conosco il danese. Ma la cosa mi fa suonare un campanellino d’allarme. Vuol dire che vale la pena di essere approfondita.