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C’è sempre da farsi venire un brivido quando il Ministro dell’Interno dà notizie come “Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio.”
E’ una frase che implica, certamente, il fatto che, finalmente, sia stato dato un nome a una persona che fino ad ora non lo aveva. Ma questo è tutto. Non c’è altro. Il DNA della persona fermata è “sovrapponibile” a quello trovato nel luogo del crimine, ma fino a prova contraria questa persona diventerà l’assassino di Yara Gambirasio alla fine di tre gradi di giudizio e per ora non c’è ancora neanche la convalidazione del fermo da parte del GIP.
Come abbia fatto Alfano a definirlo “l’assassino di Yara Gambirasio” (cioè colui che SICURAMENTE l’ha uccisa) desta sincera meraviglia. Hanno agito le forze dell’ordine di concerto com la magistratura inquirente, bene, d’ora in poi subentra quella giudicante per “questo efferato assassino che finalmente non è più senza volto” (sono sempre parole di Alfano).
Si è, dunque, “efferati assassini” perché si è stati arrestati. E non perché la prova provata sia stata portata in giudizio. E in un paese in cui basti un arresto per essere definiti “efferati assassini” fa paura vivere, questo è certo. Dopo mi faccio spiegare se “sovrapponibile” significa anche “coincidente”.