Meglio se taci è meglio se lo leggi

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E’ uscito un (bel) libriccino, denso e corposo, ad opera di Guido Scorza (che, assieme a Paolo Attivissimo, è una di quelle persone per cui mi chiedo dove trovino il tempo di scrivere tutto quello che scrivono) che si intitola “Meglio se taci” e Alessandro Gilioli.

E’ una serie di dissertazioni e casi reali che riguardano tutto ciò che grava sulla libertà di espresssione in Italia, dall’essere al 49.o posto nella classifica mondiale alle censure travestite da tutela dei diritti di copyright, passando attraverso i privilegi dell’AGCOM, le incongruenze delle leggi sulla stampa, le proposte di censura della rete in Parlamento, dalla prefigurazione di un Medioevo prossimo venturo al diritto all’oblio. 160 pagine agili ma pesanti come un macigno.

Ci si ritrova di tutto: la vicenda di Carlo Ruta, condannato in primo e secondo grado e assolto in Cassazione per non aver registrato il suo blog come testata giornalistica, quella di Francesco Vanin cui era stato contestato l’esercizio abusivo della professione giornalistica per aver organizzato una “YouTube” veneta.

Sono storie chepensavamo di aver relegato nel dimenticatoio. Invece hanno avuto luogo proprio in Italia. Beh, del resto dove altro avrebbero potuto?

Un bel libro, dicevo, con una pecca (e siccome so che Scorza accetta volentieri le critiche gliene rifilo subito una): non tratta del potere intimidatorio che hanno le querele per diffamazione via web. Si badi bene, non delle querele legittimamente sporte, ma di quelle che hanno come scusa una presunta (e non ancora accertata) diffamazione per esercitare il potere di censura sul blogger di turno: oscurare tutti i contenuti, anche quelli che non c’entrano niente con la materia del contendere, e non permettere più a chi scrive di poterlo fare in attesa del giudizio, lento, noioso e farraginoso. Ci hanno provato con me, senza riuscirci. A Piero Ricca è andata peggio. Io non ho mai sostenuto che chi è stato veramente diffamato non debba veder riconosciuti i propri diritti. Ma almeno si sequestrino QUEI contenuti diffamatori una volta ottenuta una sentenza definitiva passata in giudicato e si lascino intoccati gli altri. Vox clamans in deserto.

A parte questo, Guido Scorza ha fatto un gran bel lavoro, accidenti, e guardate un po’ se lo leggete anche voi, così smuovete il culo da quella sèggiola.