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Ma, naturalmente, riferisce il Ministro, se ne dovrà occupare prima il Parlamento. Cioè loro:
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Ma, naturalmente, riferisce il Ministro, se ne dovrà occupare prima il Parlamento. Cioè loro:
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…e continuavano a chiamarla
MISSIONE DI PACE
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L’hanno quasi immediatamente fermato.
Probabilmente se avesse gridato “Guerra immediatamente!” gli ufficiali dell’esercito, i politici e i parlamentari presenti gli avrebbero fatto un applauso lungo tre minuti, di quelli che gli italiani sanno fare tanto bene ai funerali.
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E’ morto perché chi va in Afghanistan viene pagato oltre 10.000 euro al mese dalle tasse dei cittadini italiani per andare in giro in scatolette della morte che continuano a definire "blindati".
Qualcuno dirà che è morto perché amava la pace e voleva la pace per i popoli dell’Afghanistan, e probabilmente dice il vero.
Personalmente penso che sia morto perché, semplicemente, non aveva ancora capito che la guerra, semplicemente, uccide. E che la cultura della morte non ha nulla a che vedere con quella della pace.
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(foto da www.corriere.it)
Daniele Paladini è morto poche ore fa in Afghanistan. Prodi ha detto che era un eroe. Meno l’Italia ha bisogno di eroi e più vogliono camuffare la morte con la solita retorica governativa.
La pace non ha mai avuto bisogno di eroi.
I governi, per giustificare la guerra, sì.
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“E’ bene quel che finisce bene. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo. E’ bene che tutto il Paese sia unito in questa soddisfazione perchè è finito il rischio per la vita di due persone”.
Io quest’uomo proprio non lo capisco. Bertinotti è il Presidente della Camera e quando parla fa come Proust. O come i Jalisse. Fiumi di parole.
La Nato ha effettuato un bliz nella provincia di Farah, in Afghanistan, per liberare i nostri due sottufficiali rapiti.
Sono rimasti uccisi 9 rapitori ma, soprattutto, i nostri militari sono stati feriti gravemente. Uno di loro è stato raggiunto alla testa e al torace.
Stavano per ammazzarli, questo poveraccio chissà se ce la farà e Bertinotti tira un sospiro di sollievo.
Bertinotti è così, non sa mai cosa dire, e quando dire qualcosa improvvisa tre o quattro discorsi di circostanza. Ma soprattutto non si rende conto delle cose che accadono intorno a lui. Le nega. “E’ bene quel che finisce bene.”
E farebbe solo bene a cominciare a ritirarli dall’Afghanistan i nostri soldati. Così, almeno, l’Italia la smetterà di giocarci al tiro a segno per i suoi sospiri di sollievo.