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Come dico sempre io, le sentenze si eseguono, si applicano. Ma si possono tranquillamente discutere. Di più, se si tratta di sentenze che riguardano personaggi pubblici che abbiano o abbiano avuto particolare rilevanza nella vita sociale o istituzionale, si possono esprimere anche quei moti di soddisfazione o di disaccordo radicale che caratterizzano i nostri umori.
Certo, e perché no? La gente sui social network esulta alla sentenza che condanna Berlusconi alla pena di sette anni di reclusione più l’interdizione perpetua ai pubblici uffici. Sì, è legittimo. Magari poco elegante. Certamente si tratta di esternazioni personali. Ma anche questo è possibile.
Poi ci sono quelli del PD che vorrebbero festeggiare, sì, ma, ahinoi, si tratta solo del primo grado di giudizio, per cui siamo in tempo a vedere ribaltato tutto, bisogna aspettare, se festeggi ora rovini tutto, eh, la prescrizione arriva, si sa come funziona la giustizia in Italia, poi figuriamoci, con un politico come lui (e qui si accredita la tesi del tutto berlusconiana per cui le sentenze dei giudici sono politiche, e bisognerebbe spiegare a lorsignori che tre sono i poteri dello stato, ma sono anche indipendenti), ma sì, poi se la vedranno in appello, da qui all’appello deve passare un anno e in un anno nasce un gobbo e va diritto.
Dimenticano Lorsignori che questo procedimento si è svolto col rito del giudizio immediato. Come dice il nostro lettore Baluganti Ampelio, che cos’è il rito immediato?? Andiamo un po’ a informarci… Toh, qui c’è una risorsa che si chiama “Diritto on line” dell’Enciclopedia Treccani. Chissà cosa c’è scritto? Ecco:
“Il p.m. chiede il giudizio immediato cd. tipico, ai sensi dell’art. 453, co. 1, c.p.p., a fronte di una pluralità di presupposti (Bene, T., Giudizio immediato, in Spangher, G., diretto da, Trattato di procedura penale, vol. IV, t. 1, a cura di L. Filippi, Torino, 2009, 408 ss.). In primis, deve sussistere l’evidenza della prova.”
Quindi, per poter accedere al rito immediato è necessario che la prova sia evidente. Ovviamente ci sarà stata una udienza-filtro in cui, sulla base delle richieste dei pubblici ministeri, un giudice preliminare abbia stabilito che quella prova evidente c’era. Poi si va a processo. E il processo di primo grado ha confermato quell’evidenza della prova che era stata stabilita in sede preliminare.
E’ logico che il PD non parlerà mai male del suo prezioso alleato di governo e che abbia tutto l’interesse a sposare un garantismo ad oltranza. E’ coprotagonista di una anomalia della democrazia che sta diventando pericolosa per tutti.