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Nel 1995 scrissi un racconto.
Fin qui nulla di strano perché un momento di "prudor scribendi" càpita a tutti nella vita ed è megli aver scritto una storia di poche pagine che il classico "romanzo della propria vita", quello con cui qualcuno, inevitabilmente, viene a tediare amici e parenti con copie dattiloscritte, stampate al computer con caratteri pidocchini pidocchini (si sa, per risparmiare carta e per non abbattere alberi, oltre che per attentare biecamente alla vista del lettore) o, peggio ancora, manoscritte.
Il racconto si intitolava e si intitola ancora "Nunc et in hora mortis nostrae".
L’idea del titolo con l’ultimo verso dell’Ave Maria in latino mi venne dal granitico incipit de "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, libro che a quel tempo non amavo e che ho letto per intero, dopo vari tentativi generazionali, alla veneranda età di 43 anni trovandolo straordinario.
Per lo stile, invece, mi richiamai a un racconto di Julio Cortázar, narratore argentino mai abbastanza apprezzato, che si intitolava "La señorita Cora", una specie di intreccio di monologhi interiori che mi interessò molto, a quel tempo (e anche adesso).
Il mio "Nunc et in hora mortis nostrae" venne fuori in un’ora, pestavo sulla tastiera del computer come un ossesso (il programma era l’editor del Dos, non mi ricordo quale versione ma con cautela potrei dire che era la 6.2) e alla fine non lo rilessi nemmeno, cominciai a mandarlo in giro così com’era ed ebbe, nella limitatezza della sua diffusione, i suoi fans.
Qualche anno dopo lo ripresi, ne uscì una versione in e-book formato LIT per la biblioteca elettrinica di un caro amico che non ho più risentito (ciao Massimo!) e ne feci anche una versione in PDF che è ancora possibile scaricare su Lulu.com
Fine dell’ora della nostra morte. Amen.
Proprio ieri Sandra Mazzinghi, livornese, scrittrice di buon nerbo e acuta osservatrice (come tutti quelli che scrivono davvero) ha pubblicato sul sito www.manidistrega.it una segnalazione del mio racconto (che ormai non si può più chiamare "recensione", visto che lo scritto è tutto meno che recente).
La recensione è reperibile all’indirizzo
http://www.manidistrega.it/tx/consigli_parliamodi.asp?id=619
Scrive tra l’altro Sandra Mazzinghi:
Senti lì… e io che credevo di aver scritto una cazzata!
Comunque, per chi volesse andarselo a cercare, il racconto "Nunc et in hora mortis nostrae" è reperibile a questi indirizzi:
http://www.lulu.com/content/172978 (PDF)
http://www.superlibri.com/distefano-nunc.lit (LIT)