Quelli che “le critiche devono essere costruttive”

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Ogni tanto succede (raramente ma càpita) che qualcuno si soffermi a commentare qualche post del mio blog e, magari, cieco dalla rabbia che deriva dal solo fatto che qualcuno possa esprimere un’opinione non condivisa, comincia a farmi la morale.

E quando qualcuno vuol farti la morale, si sa, vuole ergersi ad esempio di ammaestramento (la gente non si accontenta di essere la sola a vivere certe indiosincrasie, non è contenta finché non ci trascina dentro anche gli altri) e allora comincia a dire che "le critiche vanno bene e sono sempre bene accette" (ma de che???)  però (e qui sta per arrivare il bello), ecco, sì, quello che è necessario, quello che si richiede, quello che è d’uopo è che la critica sia costruttiva.

Et voilà, ecco il massimo della retorica, il luogo comune dei luoghi comuni, primo perfino rispetto alla sempiterna nenia che la frutta non ha più lo stesso sapore.

Nel dire che la critica deve essere costruttiva c’è un senso consolatorio da Santa Inquisizione, un atteggiamento da ditino indice alzato ("Eh, non si fanno certe cose, sennò poi mamma fa tottò…"). Ma perché, se una critica non è costruttiva cosa succede?

La risposta è "Nulla, naturalmente", solo che la gente non lo sa. Ma come fa ad essere costruttiva una critica? E’ come dire che un paio di forbici vanno bene, sì, purché cuciano e non taglino, che un Saint-Honoré si può mangiare purché non ci sia la panna e che si possano fare le pernacchiette al compagnuccio di banco, ma solo se si è indossato il grembiulino.

Una critica, proprio in quanto tale, non ha nulla a che vedere con la costruttività, anzi, la critica, in quanto disaccordo su un aspetto, è pars destruens (la "construens" la lasciamo volentieri ai filosofi), se io non sono d’accordo con qualcuno ne distruggo il pensiero (altro, evidentemente, è denigrarne la persona) e le azioni, perché, sembrerà impossibile, ma la democrazia si basa proprio sulla pluralità delle opinioni, di cui il diritto di critica è una costola.

E’ come se la gente avesse improvvisamente una gran paura della democrazia. Di confrontarsi, di vedere che il mondo è fatto dai diversi-da-noi, e non dagli uguali-a-noi, chè non ci sarebbe neanche merito alcuno di starci.

Chi dice che la critica deve essere costruttiva è come se dicesse: "pensala pure diversamente, ma pensala come me".

Abbiamo tutti una gran voglia di mescolarci con la massa. E di pettinarci i pensieri (come diceva De Gregori) passandoci i pidocchi delle sinapsi.


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Licenza: http://creativecommons.org/licenses/by-nd/2.0/deed.it

Un pensiero riguardo “Quelli che “le critiche devono essere costruttive”

  1. Single a trent'anni

    Difendiamo il diritto di gerundiare. E per inciso, per me qualsiasi critica che sia al pensiero e non alla persona è “costruttiva”.

    Sbaglio?

    Dimmelo in modo costruttivo.

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