SONETTO A ROVESCIO
All’incomparabile memoria di Olindo Guerrini
Un giorno calerai, stecchita, nella fossa.
Appena il tonfo sordo della cassa,
poi sol la terra che il tuo legno smussa.
E quei capelli bianchi e rinsecchiti
che pettinavi allora, lisci e grati
del solo tuo respiro, saran muti.
Muti i tuoi occhi, un giorno spalàncati
sul nostro amor stupìto. E noi, cheti,
tra i nostri fior di carne invigoriti
e la passion che avemmo, innamoràti.
Tu mi lasciati un giorno in primavera
era di maggio e lo ricordo ancora.
"Addio", dicesti e ti mettesti all’opra
con un altro. E quindi adesso crepa!

This opera is licensed under a Creative Commons Attribution – Non Commercial – No Derivs 3.0 Unported License
All’incomparabile memoria di Olindo Guerrini
Un giorno calerai, stecchita, nella fossa.
Appena il tonfo sordo della cassa,
poi sol la terra che il tuo legno smussa.
E quei capelli bianchi e rinsecchiti
che pettinavi allora, lisci e grati
del solo tuo respiro, saran muti.
Muti i tuoi occhi, un giorno spalàncati
sul nostro amor stupìto. E noi, cheti,
tra i nostri fior di carne invigoriti
e la passion che avemmo, innamoràti.
Tu mi lasciati un giorno in primavera
era di maggio e lo ricordo ancora.
"Addio", dicesti e ti mettesti all’opra
con un altro. E quindi adesso crepa!

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