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E sia, allora. Non ci parliamo più!
Me l’hai detto testè, in modo acconcio,
garbata, ma decisa. Metti il broncio
la lagrimina e il mento un po’ all’insù;
ti è sempre stato facile assentire
con quello smilzo sorrisetto artato.
I tuoi silenzi hanno predetto il fato
nell’imbarazzo infìdo del non-dire.
Allora, ormai va preso come un dato
che siamo altro e che non c’è da farci
che un saluto, magari un po’ ammezzato.
E che il “Ti chiamo io! Tu non provarci…”
detto con il tuo tono assai affrettato,
non celi più la fretta del lasciarci.
(C) 2011 – Valerio Di Stefano
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