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E auguri all’incommensurabile Paolo Conte, con il suo Picasso in fiamme, bionde che stringono i denti, lui che non parla tedesco, sul divano marron, tra il romore che fa il cellofàn, la sensualità delle vite disperate, i bagni diurni, che, notoriamente sono dei paradisi di tiepidità, mentre fuori piove e un mondo freddo, ci vogliono gli impermeabili (e ricomincerà come in un rendez-vous), abbiamo mangiato una bontà, le sue parole d’amore scritte a màcchina, la sua polvere di palcoscènico, come di orchestra vista a Nàpoli, con tutta la strada nei sàndali (quanta ne avrà fatta Bàrtali?), coi francesi che s’incàzzano, a Stradella c’è una fisarmònica, la comprensione che non so trovare in questo mondo stùpido, zaz-zàz-zàz-zarazzàz…
It’s wonderful!
It’s wonderful!