Milena Gabanelli e “Reportime” sulla web TV di corriere.it

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Ora, io non lo so se avete avuto la possibilità di vedere, come ho fatto io, Milena Gabanelli (ché va scritto con una sola "b", se no la gente s’arrabbia assai, poi la Gazzetta del Rancore scrive "Abbruzzo" ma non se lo fila nessuno) ospite da Fabio Fazio nel corso di  "Che tempo che fa!", trasmissione prodotta da Endemol, che fa capo al Gruppo Fininvest.

Non so se il suo intervento vi sia piaciuto. A me no.
L’ho trovato, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello della strategia della messa in onda, decisamente lontano dallo slogan "Milena Gabanelli for President", che, pure, feci mio quando "Report" aveva vissuto tempi d’oro.
Non che oggi la trasmissione sia scaduta, anche se trovai pessima quella dedicata ai temi legati alla privacy su Facebook, quella in cui intervistarono un signore che disse che stavano per scadere i diritti d’autore sulle opere di Francis Scott Fitzgerald, (ma non ho mai capito -né la Gabanelli lo spiegò, invero- cosa avesse a che vedere quell’intervento col tema generale della trasmissione), programma criticatissimo dalla rete, critiche a cui la Gabanelli replicò: "Poi se non è piaciuto pazienza".

Va beh, la Gabanelli va da Fazio, e riferisce, tra le altre cose, che lei va in onda con gli stessi abiti con cui va in giro (e va beh…), e che l’estate scorsa si è fatta ben quattro giorni di vacanza. Informazioni senza le quali il pubblico applaudente della domenica sera, evidentemente, non può proseguire il suo percorso vitale.

Già, l’estate scorsa… l’estate scorsa cosa succede alla Gabanelli? Succede che le sue piante di melanzane si mettono a fare pomodori. Anche questa è una notizia fondamentale per il pensiero filosofico occidentale, ma curiosità vuole che la notizia fu data dal Corriere della Sera, nella sua versione bolognese on line.

Ed eccola, finalmente, la notizia. La "squadra" di Milena Gabanelli apre un canale che si chiama "Reportime"su uno spazio messo a disposizione proprio dal CorriereTV, la webTV del Corriere della Sera.
L’edizione cartacea del giornale dell’11 ottobre scorso (ieri, per me che scrivo e per voi che leggete) dedica l’intera pagina 40 a pubblicizzare l’iniziativa della Gabanelli e della sua "squadra" ( le virgolette della parola "squadra" non significano l’uso improprio del termine, ma riportano esattamente le parole usate nell’annuncio).
Una bella mossa pubblicitaria, che si conclude con il motto del Corriere della Sera.it: "La libertà delle idee".

Ma non basta, a pagina 31 della stessa edizione si trova un articolo a firma di Renato Franco (che riporta come casella di posta elettronica una improbabile "twitter@RenatoFranco70"sic!!!! provate a usarla per scrivergli…–  in cui si riportano le parole del direttore Ferruccio De Bortoli "Milena Gabanelli ha la massima libertà. La libertà di fare tutte le inchieste che vuole." [1]

Non ho nessun dubbio che la Gabanelli abbia la libertà di criticare la stessa RCS che la ospita.
Ho qualche dubbio in più che la Gabanelli possa arrivare a toccare il Sanctasanctorum dei politici e della gestione dello Stato, considerato che il gruppo stesso percepisce la più grande elargizione di denaro pubblico destinato al sostentamento delle iniziative editoriali in Italia.

Insomma, finché ci si becca fra noi va tutto bene, ma quando si becca la mano di chi ci dà da mangiare…

[1] https://www.valeriodistefano.com/public/gabanellicorriere.png

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