426 total views, 1 views today
Marco Travaglio sono andato a "vederlo" l’altroieri sera a Pineto (una decina di minuti di auto da casa mia).
Mia moglie mi manda un SMS e mi fa "Andiamo a sentire Travaglio, stasera? Pare che sia al Centro Polifunzionale di Pineto…". Le rispondo, ovviamente, di sì. Un po’ perché Travaglio è una di quelle persone da non perdere, un po’ perché mia moglie mi dice sempre che se non avesse sposato me avrebbe sposato lui che, per inciso, aggiunge, è nato nel 1964 e io non so se questa circostanza dovrebbe consolarmi o farmi incazzare ancora di più.
Per la strada nessun manifesto, nessun cartello, nessun tipo di avviso che faccia da "reminder" all’evento. Men che meno al Centro Polifunzionale. Voglio dire, se vai al cinema o a teatro il minimo che ti possa succedere è ritrovarti il cartellone del film o dello spettacolo fuori o, quanto meno, appiccicato sul vetro delle porta d’ingresso.
Lì invece niente. Che viene Travaglio te ne accorgi solo dal banchettino di libri suoi che sono posti in vendita fuori. Banchetto che, tra l’altro, ti ricorda che non è vero un cazzo che ce li hai tutti i libri di Travaglio, e allora vai a fare lo sborone con i tuoi colleghi, vai…
Travaglio quando arriva attraversa il pubblico. Voglio dire, non è entrato da dietro il palco, non l’hanno fatto passare da un’entratina laterale, no, me lo sono visto a un certo punto sbucare da dietro e ho detto "Buonasera". Mi ha fatto un sorriso che mi è sembrato sincero e ha contraccambiato il saluto. Poi mia moglie gli ha detto: "Salve, Marco, bentornato!" Allora lui le ha fatto un sorriso ancora più sincero e aperto. E’ il potere degli imperativi biologici, nascere femmine, l’ho sempre detto, dà qualche chance in più.
Travaglio è un fiume di parole. Montanelli diceva che la sua arma, formidabile e micidiale al tempo stesso è il suo archivio. Ma il punto non è tanto il fatto che Travaglio sia in possesso di un archivio, per quanto monumentale, no, il punto è che l’archivio è lui. Ha una capacità incredibile di ricordare fatti, eventi, citazioni, e precisa con puntualità millimetrica qualunque argomento gli venga sottoposto.
E così, smonta luoghi comuni (come il fatto che Berlusconi sia sempre stato assolto), e ha il potere di tirar fuori dalla naftalina della memoria tutto quello che ci eravamo, nel frattempo, dimenticati, perché alla memoria prodigiosa del giornalista corrisponde la memoria corta della gente, disposta a farsi prendere per il culo perché si è dimenticata di tutte le volte che ci è stata presa fino a ieri. Siamo così, noi italiani, abbiamo i tempi di prescrizione molto brevi.
Travaglio dal vivo è un po’ più magro di quello che appare in televisione, aveva un raffreddore e un’influenza incipienti che non gli hanno tuttavia impedito di essere brillantissimo, ironico, sferzante e profondo. Cioè quello che tutti i giornalisti dovrebebro essere. E non gli ha impedito nemmeno di firmare un autografo. A mia moglie, naturalmente.

Mia moglie mi manda un SMS e mi fa "Andiamo a sentire Travaglio, stasera? Pare che sia al Centro Polifunzionale di Pineto…". Le rispondo, ovviamente, di sì. Un po’ perché Travaglio è una di quelle persone da non perdere, un po’ perché mia moglie mi dice sempre che se non avesse sposato me avrebbe sposato lui che, per inciso, aggiunge, è nato nel 1964 e io non so se questa circostanza dovrebbe consolarmi o farmi incazzare ancora di più.
Per la strada nessun manifesto, nessun cartello, nessun tipo di avviso che faccia da "reminder" all’evento. Men che meno al Centro Polifunzionale. Voglio dire, se vai al cinema o a teatro il minimo che ti possa succedere è ritrovarti il cartellone del film o dello spettacolo fuori o, quanto meno, appiccicato sul vetro delle porta d’ingresso.
Lì invece niente. Che viene Travaglio te ne accorgi solo dal banchettino di libri suoi che sono posti in vendita fuori. Banchetto che, tra l’altro, ti ricorda che non è vero un cazzo che ce li hai tutti i libri di Travaglio, e allora vai a fare lo sborone con i tuoi colleghi, vai…
Travaglio quando arriva attraversa il pubblico. Voglio dire, non è entrato da dietro il palco, non l’hanno fatto passare da un’entratina laterale, no, me lo sono visto a un certo punto sbucare da dietro e ho detto "Buonasera". Mi ha fatto un sorriso che mi è sembrato sincero e ha contraccambiato il saluto. Poi mia moglie gli ha detto: "Salve, Marco, bentornato!" Allora lui le ha fatto un sorriso ancora più sincero e aperto. E’ il potere degli imperativi biologici, nascere femmine, l’ho sempre detto, dà qualche chance in più.
Travaglio è un fiume di parole. Montanelli diceva che la sua arma, formidabile e micidiale al tempo stesso è il suo archivio. Ma il punto non è tanto il fatto che Travaglio sia in possesso di un archivio, per quanto monumentale, no, il punto è che l’archivio è lui. Ha una capacità incredibile di ricordare fatti, eventi, citazioni, e precisa con puntualità millimetrica qualunque argomento gli venga sottoposto.
E così, smonta luoghi comuni (come il fatto che Berlusconi sia sempre stato assolto), e ha il potere di tirar fuori dalla naftalina della memoria tutto quello che ci eravamo, nel frattempo, dimenticati, perché alla memoria prodigiosa del giornalista corrisponde la memoria corta della gente, disposta a farsi prendere per il culo perché si è dimenticata di tutte le volte che ci è stata presa fino a ieri. Siamo così, noi italiani, abbiamo i tempi di prescrizione molto brevi.
Travaglio dal vivo è un po’ più magro di quello che appare in televisione, aveva un raffreddore e un’influenza incipienti che non gli hanno tuttavia impedito di essere brillantissimo, ironico, sferzante e profondo. Cioè quello che tutti i giornalisti dovrebebro essere. E non gli ha impedito nemmeno di firmare un autografo. A mia moglie, naturalmente.

—
Ho conosciuto, o, anche più semplicemente, incrociato molte persone nella mia vita. Alcune importanti tout-court, altre molto meno o, semplicemente, importanti nei rispettivi campi di indagine e di lavoro. Tutte sono state importanti per me. Credo di essere una persona fortunata. In questa sezione vi parlo di qualcuno di loro.