Ricevo tonnellate di spamming. Come tutti. E come tutti lo cancello pazientemente. Non me ne sono mai fatto un problema, è il prezzo che bisogna pagare per avere uno straccio di indirizzo e-mail. In una parola, per esistere in rete. Che, poi, è un esistere tout-court.
Da un po’ di tempo, però, arrivano esempi di spamming come questo. Sempre più maltradotto (o, peggio, tradotto con uno di quei traduttori automatici da quattro soldi che fornisce Google) e sempre più spinto. Quello che vi ho riportato qui (ah, è inutile che tentiate di clicare sul link, è un’immagine! e comunque il link l’ho oscurato io) è un esempio, e neanche dei più truculenti.
A qualcuno piace così.