L’inganno, casomai, risiede nella contraddizione per cui costituirebbe un illecito il pubblicare dati già pubblici, ed è quello che costituisce l’aberrazione della norma e della logica contorta che l’ha dettata. Non si tratta soltanto della limitazione del diritto di cronaca in senso strettamente giornalistico, è il divieto di far circolare fatti e documenti che sono di dominio pubblico.
I primi a pagare non saranno i giornalisti, ma la rete. Saranno i blogger coraggiosi e non sorretti da testate di grido, saranno coloro che avranno l’ardire di "passarsi" le informazioni, saranno quanti credono che la conoscenza di un dato o di un fatto ha senso solo se circola nella comunità, e che perde la sua ragion d’essere proprio quando viene relegata a mera nozione personale, "senza più neanche l’illusione del volo", come diceva Gaber.