L’indolenza della maggioranza mentre i salviniani digiunano

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Era già tutto previsto.

La maggioranza ha disertato la Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Senato e ha perso un’ottima occasione di dare il proprio “sì” alla processabilità di Salvini. Una figura meschina che, se da un lato non dà il destro a Salvini di considerarsi martire (sono stati i suoi della Lega a giudicarlo processabile), dall’altro costituisce un vuoto politico imbarazzante. PD e M5S, nel loro inevitabile e mostruoso tracollo non hanno partecipato, la relazione del Presidente è stata cassata e Salvini andrà a processo (si ricomincerà dall’udienza preliminare) ma loro non si sono sporcati le mani, in un contesto in cui le mani bisogna sporcarsele per forza, per indicare all’aula una direzione (staremo a vedere se il 17 febbraio, data della discussione collegiale, questi galantuomini diserteranno anche l’aula di Palazzo Madama) e, soprattutto, per riuscire a guardarsi in faccia quando ci si alza la mattina. Salvini ha invocato per sé il procedimento penale a cui, pure, parte dell’opposizione voleva sottrarlo per un presunto ma non veritiero garantismo di facciata (in questo caso il garantismo è confuso con l’impunità, quello che garantisce Salvini nei suoi diritti è lo svolgimento di un processo regolare, non certo la salvezza dalla sua celebrazione), ed è quello che ha ottenuto.

Intanto cominciano le iniziative salviniste più discutibili. E’ in linea da ieri il sito digiunopersalvini.it. Raccoglie adesioni di chi vuole digiunare per un solo giorno (quindi nulla di particolarmente impegnativo, e, soprattutto, nulla che ricordi i digiuni a “staffetta” del Partito Radicale) in solidarietà al Capo. Basta indicare nome, cognome, provincia e regione di appartenenza, età (non obbligatoria) e numero di cellulare (che, per fortuna, non verrà pubblicato). Che “fine” fanno questi dati? Ecco qui il punto d) Finalità e base di liceità del trattamento dell’Informativa sulla privacy, che mi sono preso la briga di andarmi a leggere:

I dati personali da Lei forniti, ai sensi di quanto previsto al punto che precede, sono pertanto necessari ai fini di:
1. gestire la raccolta firme per la campagna denominata “#digiunoperSalvini”;
2. all’invio di materiale illustrativo, di aggiornamento sulle novità, iniziative e attività del Partito (materiale informativo e comunicazioni di promozione elettorale e politica, informazioni su manifestazioni, incontri, assemblee, dibattiti, conferenze, convegni e simili, pubblicazioni o altro, attraverso l’invio di posta tradizionale, posta elettronica, sms, mms o attraverso contatti telefonici) ed in generale a condividere proposte programmatiche di natura politica;
3. ad assolvere a specifiche richieste da parte dell’interessato;
4. all’accertamento, esercizio e difesa dei diritti di LpSP in sede giudiziale e stragiudiziale.

Va detto, a onor del vero, che il punto 2 della lettera d) che ho riportato (il consenso all’invio di comunicazioni e materiale promozionale del partito, anche via SMS o “attraverso contatti telefonici”) viene attuato solo se si clicca sul segno di spunta relativo (non obbligatorio).

Continua la informativa in questione:

Il trattamento effettuato sulla base delle finalità sopra indicate avviene previo suo CONSENSO esplicito che viene richiesto con formulazione specifica e distinta per ogni singola finalità.

Bene. Per i punti 1 e 2 della lettera d) dell’informativa sulla privacy il consenso esplicito viene richiesto (anzi, per il punto 1 è addirittura obbligatorio), ma per i punti 3 e 4 non ce n’è traccia. In particolare risulta incomprensibile proprio il punto 4 che ribadisce che i miei dati personali, forniti nel momento in cui decido di aderire al digiuno per Salvini, servono:

all’accertamento, esercizio e difesa dei diritti di LpSP in sede giudiziale e stragiudiziale.

Cioè? Loro si difendono in sede giudiziale e stragiudiziale con la mia e-mail e con il mio numero di telefono??

Ma mi posso opporre al conferimento di alcuni dati? Certamente. Infatti

Il conferimento dei dati personali non è da considerarsi obbligatorio ma un eventuale rifiuto a fornirli o l’eventuale successiva mancanza di consenso al loro trattamento potrà determinare l’impossibilità del Titolare a dar corso alla fruizione di determinati servizi.

Quindi io posso anche decidere di non dare il mio numero di telefono o la mia e-mail alla LpSP, ma se lo faccio potrei non essere inserito nella lista degli aderenti, ad esempio, e questo, lungi dall’apparire un problema che potrebbe far piangere persino un uomo grande, è un dato di fatto.

Per quanto tempo verranno conservati i dati così conferiti? Anche qui la preziosa informativa cui viene in aiuto:

con riferimento ai dati trattati per i quali è stato rilasciato il consenso con riferimento alla campagna denominata “#digiunoperSalvini” il termine di conservazione sarà di mesi 1 dalla sottoscrizione;

E se ho cliccato il segno di spunta sulla famigerata casella di cui al famigerato punto 2 lettera d)?

in relazione al trattamento consenziato per l’ulteriore finalità di comunicazione politica (di cui al § d. n. 2) il termine di conservazione sarà di anni 1 dalla data della sottoscrizione.

Quindi, se avete prestato il vostro consenso per ricevere messaggi propagandistici o con finalità politiche in genere, sappiate che il vostro numero di telefono verrà trattenuto nelle mani della LpSP per un anno intero. Se vorrete cancellarlo prima di questa scadenza naturale dovete fare una richiesta ai sensi della legge sulla privacy. Potete farlo anche inviando una PEC. Gentili.

Per carità, digiunate pure per Salvini, ma stateve accuort’!

 

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