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Orietta Berti non è stata solo quella di “Tipitipitì”, di “Finché la barca va”, delle bambole vestte come lei che vendevano in Via dei Ciclamini al centoventitré, dell’uva fogarina e delle lasagne alla bolognese.
Nel 1969 tentò di cambiare genere, partecipando a Sanremo con un brano decisamente adatto a lei e all’estensione delle sue doti vocali. Il brano si chiamava “Quando l’amore diventa poesia“.
Era cantato in coppia con un gruppo straniero (andava di moda!) che ne trasse una versione allucinogena. Erano gli Aphrodite’s Child e il leader era Demis Roussos.
Insomma, il pezzo, ancorché romantico e in pieno regime di canzone italiana melodica (ne fecero una versione anche Claudio Villa e Massimo Ranieri) era piuttosto bello e ben eseguito, è chiaro che fu un fiasco totale.
Nel 1969 tentò di cambiare genere, partecipando a Sanremo con un brano decisamente adatto a lei e all’estensione delle sue doti vocali. Il brano si chiamava “Quando l’amore diventa poesia“.
Era cantato in coppia con un gruppo straniero (andava di moda!) che ne trasse una versione allucinogena. Erano gli Aphrodite’s Child e il leader era Demis Roussos.
Insomma, il pezzo, ancorché romantico e in pieno regime di canzone italiana melodica (ne fecero una versione anche Claudio Villa e Massimo Ranieri) era piuttosto bello e ben eseguito, è chiaro che fu un fiasco totale.
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“Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.”
(art. 70, comma 1, L. 633/41 e successive modifiche)
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