1,090 total views, 1 views today
Quella che vedete raffigurata nell’effige è Cinzia De Carolis versione post-conversione.
Nel 1973, da bambina, aveva inciso un brano che si intitolava “Papà non correre“, rivelando la sua naturale inclinazione a portare sfiga.
Era il corrispondente fatto canzonetta di quelle placche calamitate che si compravano, solitamente nei santuari, e che si attaccavano al cruscotto della macchina e che recavano scritte inquietanti come “Sii prudente, pensa a noi”, e lo spazio per una minifotografia di moglie e figli. Erano oggetti particolarmente diffusi tra gli spricolati del volante che, a bordo della loro 850, seminavano il panico tra la popolazione.
Cinzia De Carolis cantava al suo papà “la tua famiglia aspetta a casa/non far soffrire chi ti ama”.
Noi tutti, sia pure a distanza di 35 anni, continuiamo a grattarci scaramanticamente gli attributi.
—
“Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.”
(art. 70, comma 1, L. 633/41 e successive modifiche)
Non ricordi questa canzone? Ascoltane un brano dal nostro lettore di MP3!!
[mp3-jplayer tracks=”Cinzia De Carolis – Papa non correre@https://www.valeriodistefano.com/public/noncorrere.mp3″ width=”100%”]