Le dimissioni di Riccardo Chiaberge da “Saturno”

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Riccardo Chiaberge, recentemente si è dimesso dalla direzione del supplemento “Saturno” del Fatto Quotidiano di Travaglio e Padellaro.

Fin qui mi viene da dire  che sono, giustamente, affari suoi. Magari non si trova in accordo con la direzione del quotidiano (posizione che costituisce un suo preciso diritto), magari non ha più voglia di continuare nel suo incarico, o magari… chi lo sa, i casi della vita sono tanti e tutti possibili.

Ma a un certo punto Chiaberge sente l’esigenza di comunicare al suo gruppo di amicizie su Facebook questa sua decisione:

La domanda che nasce spontanea è “Perché?” Che cosa spinge un direttore di un supplemento culturale, un intellettuale stimato da così tante persone a dare una notizia in modo pubblico e a non  relegarla al suo àlveo naturale, che dovrebbe essere quello delimitato dalla sua sensibilità personale, dai rapporti con la redazione, e con la direzione del giornale.
Perché lo sappiamo benissimo che la maggior parte di quelli che su Facebook vengono chiamati “amici”, spesso non si sono mai neanche visti in faccia e non hanno mai preso un aperitivo insieme.

Risposta chiarificatrice:

Dunque, Chiaberge ci tiene a dire che è un torinese “molto riservato”. Come se un napoletano, o un siracusano, o un perugino, o un bolognese, o un piacentino, o un forlivese possano non esserlo.
La soluzione appare lampante: “Viviamo nell’era dei social network, perché avrei dovuto tenerla per me?”

Eh, già, i social network giustificano tutto, persino il mancare a quella riservatezza che si rivendica in nome della propria origine o della propria adozione. Siccome ci sono i social network nulla più è segreto, pare non esistere più quella dimensione del pudore e del privato che fa sì che una decisione personale resti, appunto, tale.

Perché tenere per sé quello che può essere detto a tutti? Perché ci sono i social network, è chiaro… (avevate dubbi? No, e allora????)

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