La politica della tolleranza zero sul Copyright nel sito del Ministero della Giustizia

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Il sito istituzionale del Ministero della Giustizia ha una caratteristica inquietante nella sezione dedicata alle note sul Copyright dei contenuti.

Riporta, infatti, all’indirizzo web: https://www.giustizia.it/giustizia/prot/it/mg_14_6.wp:

"Tutti i contenuti e le informazioni presenti all’interno del sito del Ministero della giustizia sono protetti ai sensi della normativa sul diritto d’autore, pertanto nulla, neppure in parte, potrà essere copiato, modificato o rivenduto per fini di lucro o per trarne qualsivoglia utilità."

"La riproduzione dei testi forniti nel formato elettronico è consentita per uso personale e non commerciale e purché venga menzionata la fonte."

Minchia! Va beh, proviamo a leggere piano piano, una cosa per volta:

"Tutti i contenuti e le informazioni presenti all’interno del sito del Ministero della giustizia sono protetti ai sensi della normativa sul diritto d’autore."

E fin qui va bene, si tratta della classica formula "Tutti i diritti riservati", nulla di nuovo sotto il sole.

"pertanto nulla, neppure in parte, potrà essere copiato, modificato o rivenduto per fini di lucro o per trarne qualsivoglia utilità."

E’ curioso l’uso del "pertanto". Cioè: "Siccome il contenuto è protetto dalla legge sul Copyright, allora non può essere copiato o modificato…"

A parte il fatto che il sito del Ministero della Giustizia è stato costruito con i soldi dei cittadini e quello che c’è dentro dovrebbe essere dei cittadini, aperto, consultabile e liberamente modificabile da tutti, fermo restando il diritto sacrosanto al riconoscimento della paternità dell’opera, la legge sul diritto d’autore è chiara. Non è vero che nulla possa essere copiato e/o modificato, ad esempio il comma 1 dell’art. 70 della legge sul Diritto d’Autore (633/41 e successive modifiche) dice chiaramente che:

"Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

Quindi è chiaro che io posso riprodurre sul blog parti di quel sito, se voglio farne una discussione o una critica (come in effetti sto facendo).

Che vuol dire, secondo Lorsignori, che io non posso riprodurre nulla "per trarne qualsivoglia utilità"?

Non è forse di una certa "utilità" il discuterne pubblicamente e il mostrarsi perplessi davanti all’innegabile fatto che è più liberale la legge sul Copyright concepita in pieno ventennio fascista e promulgata, addirittura, durante la Seconda Guerra Mondiale, che il sito del Ministero della Giustizia secondo la reggenza di Berlusconi che cita Mussolini e viene gelato a colpi di indifferenza dalla Confindustria??

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