La pagina “6000 sardine” oscurata e poi ripristinata su Facebook

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Questa notte, la pagina “6000 sardine”, presente su Facebook è stata oscurata per alcune ore (beato chi ha avuto il tempo di controllare e ricontrollare in orario notturno la presenza o l’assenza della pagina dal web), probabilmente per un tentavio di sabotaggio da parte delle forze e degli utenti sovranisti o, comunque, contrari al movimento, che avrebbero segnalato in massa la pagina a Facebook per contenuti non ben meglio identificati.

Successivamente è stato tutto un gridare allo scandalo e all’attentato alla democrazia, alla libertà di espressione, di pensiero, di manifestazione, al tradimento, all’ingiustizia di Facebook, tanto che in una pagina di riserva, intitolata “6000 sardine 2” (originale!) i gestori hanno scritto:

“La pagina 6000 sardine è stata oscurata. In mancanza di post offensivi, violenti o lesivi dei diritti della persona, è stata comunque bersaglio di un gran numero di segnalazioni. Questo ha automaticamente generato l’oscuramento della pagina. Siamo fiduciosi che possa tornare on-line nelle prossime ore, ma non abbiamo certezza dei tempi. Si vede che un mare silenzioso fa molto più rumore di quanto si possa pensare”

Non è che il mare silenzioso e pescoso faccia rumore. E non è nemmeno un problema di democrazia. Il punto è che Facebook ha le sue regole, che si è dato da sé, e che il movimento sardinesco ha accettato al momento in cui ha aperto una pagina (ci sarà pure un responsabile). Questo regolamento sottosta alle leggi dello stato italiano (ma nemmeno sempre, ad esempio, non è detto che in caso di un post diffamatorio nei confronti di una persona quel post venga automaticamente rimosso o l’utente che lo ha scritto debba venire per forza censurato anche a seguito di una o più segnalazioni) ma quello che vale più di tutto è che se sei su Facebook stai al loro gioco, anche se il gioco è sporco e non ti piace, come nel caso in cui una pagina viene oscurata o sei tu che per un qualsiasi contenuto vieni oscurato senza particolari spiegazioni (è accaduto a persone che conosco di essere oscurate per aver usato la parola “negro”, o per aver usato della satira nei confronti del Movimento 5 Stelle). Probabilmente, nel caso delle 6000 sardine il blocco è stato precauzionale, i contenuti fatti fagocitare dagli imperfetti ma implacabili algoritmi di Facebook, poi, visto che non c’era nulla di offensivo o di particolarmente malizioso, hanno ripristinato il tutto. Potevano tranquillamente non farlo, o farlo per qualche ora, qualche giorno, un mese o due. E non è una questione di democrazia: se vuoi dire quello che vuoi senza essere censurato da nessuno ti fai il tuo sito web, o il tuo social network, o il tuo blog, o il tuo forum, e lì scrivi quello che ti pare. Se scegli Twitter o Facebook o Instagram sei in casa d’altri, e se in casa d’altri qualcuno ti dice di non fumare perché non è consentito, tu non fumi, anche se in quel momento non stai facendo necessariamente qualcosa di male. Se vuoi fumare vai fuori, o a casa tua. Semplicemente. E’ ingiusto? E’ antidemocratico? E’ così. E la colpa non è certo di Facebook.

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