La mailing list di Rifondazione Comunista della Toscana e il mistero di OpenOffice

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L’organolettico Baluganti Ampelio (o Caciagli Edo, o financo Repeti Rodolfo vedovo Baneschi, ora non mi sovviene esattamente) mi invia una segnalazione, che, pur còlta in contropiede dalla mia proverbiale solerz… pigrizia, mantiene fresca e imperitvra, tutta la propria efficacia documentaristica.

Nella mailing list toscana di Rifondazione Comunista (si badi bene a non farsi mancar nulla, chè è d’uopo!) qualcuno deve avere segnalato un link, oppure uploadato un file, oppure aver fatto qualsiasi altra cosa che la malasorte gli ha imposto di tentare di condividere.
Orbene, prima Monica gli risponde che "Non si apre" (classica scusa del Menga, come dire "Non funziona" oppure "Non succede niente", tipica di chi scarica sull’oggetto in questione -in questo caso il file- il fatto di non riuscire a farlo funzionare) e poi arriva bel bello Paolo che ricorda ad Alberto, il malcapitato, che non tutti hanno OpenOffice (programma gratuito che apre i documenti per OpenOffice e per Word) per cui è meglio postare un documento in Word che è a pagamento, NON apre i documenti di Open Office (e non si vede perché dovrebbe) ma si vede che tutti ce l’hanno.

Poi uno si chiede come hanno fatto quelli di Rifondazione Comunista a sparire dall’arco costituzionale…

Un pensiero riguardo “La mailing list di Rifondazione Comunista della Toscana e il mistero di OpenOffice

  1. Single a trent'anni

    Va anche detto che i guappetti dell’opensurs dell’ultima ora, che si danno un sacco di arie del tipo “uso openoffis”, potrebbero avere la decenza di salvare in rtf invece che in odt?
    Voglio dire, l’intelligenza la usi chi ce l’ha, e gli altri seguano l’esempio. Ma se l’esempio non lo dai…

    sa30a

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