In diretta da Loreto vi trasmettiamo…

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Sono tornati i Papa Boys.
Quelli con i fazzoletti al collo, con lo zainetto che profuma di mela e di panino con la mortadella, quelli che si muovono a migliaia, quelli che un corpo e un’anima, quelli che vanno a vedere il papa.
Un assalto di giovinetti con la chitarra, gli occhialini e i brufoletti, che tengono in mano una miriade di accendini, candeline, librettini di canti e negli ormoni la tentazione dell’ammucchiata facile e selvaggia.
Per il loro ritorno la macchina mediatica del Vaticano si è mossa al meglio, in nome di quella chiesa-spettacolo tanto cara a Wojtyla e che adesso anche Benedetto 16 ha riscoperto in tutta la sua capacità propagandistica e di persuasione delle giovani menti.
Il "pastore tedesco" (come lo chiamò "il Manifesto" all’indomani della sua elezione in una storica prima pagina) lo abbiamo sempre visto col viso truce, arcigno, intento a bacchettare ora questo e ora quel costume degli italiani, ripristinare messe in latino a richiesta, far trionfare i valori del copyright e del guadagno editoriale sui suoi scritti e anche, quando è possibile, prendersela con la satira e interferire con la vita politica di uno stato sovrano.
Invece ieri era abbronzato, festeggiante, plaudente. Chi non lo avesse conosciuto avrebbe giurato di trovarsi davanti a un simpatico vecchietto.
E c’era quest’aria di festa, di felicità. Tutti dicevano che vedere il papa era un’emozione grandissima (ai miei temi certe emozioni si chiamavano coccoloni, ma transeat), che com’è bello essere tutti qui, tutti insieme, sentirci in comunione e via così.
Aldo Maria Valli, vaticanista dei TG della RAI, si era messo la giacca e la cravatta, un po’ invecchiato ma in fondo eterno boyscout anche lui, parola di lupetto, giuro, spergiuro, giurin giuretto, croce sopra il cuore, zaino in spalla, calzino calato, scarpa da ginnastica da riempire di sudore. L’ottimismo della volontà avrebbe potuto essere benissimo uno slogan della chiesa cattolica, se solo non glielo avesse fregato Craxi qualche lustro fa.
Un sorriso e qualche lacrima di commozione da parte del papa verso una ragazza che ha superato l’anoressia. Nessuna lacrima di commozione e nessun gesto di conforto verso una donna che ha subito il trauma della scelta di abortire. O verso un separato che non sa che cosa fare della propria vita.
Valgono di più cento chitarre scordate che il dolore delle persone?

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