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Non si sa se sian rigurgiti, colpi di coda, la quiete prima della tempesta o chissà quant’altro o cos’altro, ma ogni volta che ci illudiamo di esserci lasciati, finalmente e definitivamente, Berlusconi alle spalle, èccolo tornare lancia in resta a proporre l’ennesima delle sue trovate, il coniglio dal cilindro per “salvare il paese”.
Il problema è, tanto per cambiare, sempre lo stesso: Berlusconi torna sempre. Magari sempre più appesantito dall’incalzare dei processi nei suoi confronti, magari meno truccato di una volta, senz’altro più in penombra. Ma la penombra vuol dire che si vede poco, non che ce ne siamo completamente liberati. L’errore fondamentale ed enorme che la gente fa con Berlusconi è quello di darlo definitivamente per sconfitto.
L’ultima risorsa è quella dell’introduzione del presidenzialismo alla francese in Italia, ovvero del Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo.
Che, di per sé, suona soltanto come una riforma costituzionale che potrebbe anche essere condivisa e/o condivisibile. Tanto che Bersani, il segretario del partito che per la prima parte della legislatura fu la stampella di Berlusconi (memorabile l’uscita dall’aula del Senato al momento dell’approvazione del decreto sulle intercettazioni), ha dichiarato che sì, è anche una soluzione possibile, solo che mancano i tempi tecnici. Cioè, non ha detto “no, non si fa perché in questa legislatura noi siamo stati eletti come opposizione e non possiamo accettare una ipotesi di riforma costituzionale che rischi di mandare alla Presidenza della Repubblica il capo del principale partito di maggioranza, al quale, appunto, noi dovevamo fare opposizione”.
Perché la Presidenza della Repubblica è l’ultima carta rimasta a Berlusconi per difendersi da un futuro ormai in larga parte definito e per tentare una rimonta tanto disperata quanto impossibile non certo dei consensi dell’elettorato (che indubbiamente avrebbe), ma del ciclone che sta travolgendo la politica, e che riguarda una modalità di pensiero e di azione che scardina la vecchia politica e la rende ridicola e inutile.
Per cui, presidenzialismo alla francese, sbarramento alla tedesca, governo d’emergenza alla greca, ingovernabilità alla belga, penne alla puttanesca, spaghetti all’amatriciana, tris di primi alla ligure, è lo stesso. Basta trovare una scusa. Poi un Alfano che confonde Berlusconi con il Presidente della Repubblica commettendo una gaffe degna di Bill Gates quando presentò Windows 98 e gli andò in crash il computer con la schermata blu, lo si trova sempre.
Stiamo attenti.