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Io non riesco a capire con quale criterio gli articolisti e i titolisti del “Mattino” di Napoli abbiano potuto partorire un commento, una chiosa, una nota a margine sulla tristissima vicenda di Margno, nella Valsàssina (meglio metterci l’accento) in cui un uomo, incapace di accettare le separazione dalla moglie che era in atto, ha ucciso prima i due figli, poi ha mandato un SMS alla moglie con la scritta “Non li rivedrai mai più”, e successivamente è andato a togliersi la vita buttandosi da non so dove.
C’è una donna che perde due figli, cazzo, ha l’esistenza sconvolta dal gesto di uno stronzo che non ha avuto nemmeno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità davanti alla giustizia e alla società, facendo estinguere i reato per “morte del reo”, due bambini che non c’entravano nulla sono morti soffocati per mano del loro stesso padre, e il Mattino ha anche il coraggio di scrivere “Il dramma dei papà separati”? Ma cos’è, uno scherzo? Il giornalismo serio non può essere questo. Ci sono tanti papà separati (io sono uno di loro -non lo sapevate? Bene, adesso lo sapete-), alcuni vanno a mangiare alla Caritas o all’Opera di San Francesco per i poveri quando hanno bisogno di una doccia o di un cambio pulito (è a loro che dono il mio 5 x mille, fatelo anche voi), gente che dorme sotto i ponti perché la stronza della moglie ha portato via loro tutto, casa, figli, affetti e soprattutto soldi. TANTI soldi.
Ma questo non è il dramma di un padre separato, cazzo, questa è follia pura e semplice. Ripeto, ci sono padri separati che vivono in condizioni suqallide e disagiate, ma non si permetterebbero mai di reagire in questo modo. E allora tutto questo che senso ha se non quello di una battuta fuori luogo, di uno svarione, di uno scarso savoir faire, di un giornalismo rivoltante e disgustoso che antepone la sofferenza di un padre che stava per separarsi al dolore di una madre che perde in un colpo solo due figli e un (ex) marito. L’informazione non può assolutamente permettersi il lusso di confondere il ruolo della vittima con quella del carnefice, dell’imputato (che, ahimé, in questo caso non si farà mai processare) dalla parte lesa. Se no che informazione è? Io, veramente, non so, quale disagio stiano vivendo i titolisti che hanno scritto quel commento, né credo di avere voglia di saperlo.
Non sei il solo a non capire accecato da una comprensibile rabbia cieca per un incomprensibile atto malvagio. Ti capisco, si tratta di ignoranza. Ignoranza resa palese dalle solite e banali considerazioni”non accetta la separazione”, “li ha uccisi per vendetta”. Tutte stronzate. Li ha uccisi perché la moglie gli aveva tolto tutto o lo stava per fare. Ha tolto significato al passato rendendolo farsa, al futuro che senza la sua compagna e i suoi bambini non aveva senso. Gli avrebbe tolto la quotidianità a cui era abituato da anni, la sua casa, i suoi riti, i suoi oggetti. Sarebbe stato SOLO perché a 45 anni sei circondato da famiglie con cui ormai ti senti a disagio e l’alternativa è quella triste di tornare a ballare la salsa come un ragazzino ma avendo rughe, ciambelle e ventre da 50enne. Gli avrebbe tolto il diritto di vedere i propri figli fare colazione tutte le mattine. Gli avrebbe tolto casa e buona parte dello stipendio. Fino a quando voi poveri idioti continuerete ad equiparare la perdita di una famiglia all’acquisto di un’auto nuova e a negare che questi uomini soffrono enormemente, sono disperati e vanno in depressione e allo stesso tempo a glorificare e santificare una madre che distrugge la sua famiglia perché ha scoperto che il marito non è il principe azzurro che aveva sognato e, per di più, umiliandolo e riducendolo ad uno zombie con il beneplacido della legge, .beh, queste cose continueranno ad accadere. Mi stupisco di quanti pochi casi avvengano se si considerano le migliaia di casi di padri affetti dalla sindrome del padre sconfitto.
Aiutate i padri e per favore smettetela di fare finta che siano solo delle bestie di cui liberarsi (ma non senza prendersi casa e soldi)