Ricevo dall’Associazione Luca Coscioni e volentieri ripubblico:
“Avrei voluto non dovermi mai appellare a questo diritto. Ho resistito finché ho potuto. Ma ora mi resta solo una grande stanchezza… e la delusione per aver creduto in uno Stato laico”
Queste sono parole di Martina Oppelli, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni.
Martina è lucida, consapevole e ama profondamente la vita.
Ma il suo corpo non regge più: è completamente dipendente da farmaci salvavita, da una macchina per la tosse, da cure continue e dall’aiuto di chi le è accanto. Senza una persona accanto lei morirebbe. |
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Eppure, per ben tre volte, le è stato negato l’accesso alla morte medicalmente assistita. Le viene detto che non è mantenuta in vita da “trattamenti di sostegno vitale”, nonostante senza quei presidi il suo destino sarebbe già prevedibile.
Il dolore di Martina per lo Stato italiano non esiste.
Martina chiede di morire con il sorriso. Chiede di poter scegliere. E oggi sta valutando di affrontare un ultimo viaggio verso un Paese straniero che riconosca quella libertà che in Italia le è ancora negata.
Non possiamo più aspettare. Le persone non possono più aspettare. Non vogliamo che ci siano altri “casi Oppelli”, ma purtroppo la legge in discussione in Parlamento è ancora peggio delle regole attuali.
Come Associazione Luca Coscioni abbiamo lanciato una proposta di legge popolare sul fine vita, per riconoscere il diritto di ogni persona a decidere come e quando porre fine a una sofferenza senza via d’uscita.
Abbiamo tempo solo fino al 14 luglio per raccogliere 50.000 firme per depositare in tempo la proposta di legge popolare prima della discussione sul fine vita già calendarizzata in Aula al Senato. |
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