I Subsonica, Pizzarotti, Beppe Grillo e quelli che non capiscono la “movida”

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Screenshot da www.ilfattoquotidiano.it

Io, lo confesso, sono vecchio. E lo dimostra il fatto che non conosco i Subsonica. Non so chi siano, che musica facciano e, sinceramente, penso che se anche lo sapessi credo che non me ne importerebbe gran che.

Hanno criticato Pizzarotti a Parma che ha vietato la vendita degli alcolici dalle 21 alle 7. Che, voglio dire, mi sembra anche una decisione di buon senso. Ma va beh, ognuno critica chi crede. Dicono anche che Beppe Grillo non parli della “movida”. O che non la conosca.

Si può sapere cosa cavolo è la “movida”? Voglio dire, lo so anch’io cos’è, ma si riferisce, appunto, a un’abitudine tipicamente spagnola, quella di “muoversi”, possibilmente nelle ore notturne. In Spagna lo fanno da sempre. E’ proprio la vita che, lì, è spostata di due ore in avanti. In Spagna la sera escono tutti, ma proprio tutti, anziani, giovani, ragazzini, adolescenti, cani, porci (sì, in un paese della Castilla-León ho visto un maiale girare libero per strada).  Si fa tardi per forma mentis e per stile di vita.

In Italia si cerca di adattarsi, di copiare, di fare in modo di essere più “simili” agli altri senza essere noi stessi. Facciamo gli happy-hour, gli aperitivi cenati, adesso è arrivata questa nuova fissazione della “movida”, per la quale, pare impossibile, ma è necessario essere un po’ brilli, perché, si sa, se non ci sono gli alcolici, se non c’è lo “sballo” che razza di divertimento è?

E’ possibile che si debba per forza divertirsi tracannando alcool e possibilmente in grandi quantità? La gente non è capace di stare insieme durante la notte e bersi, che so, una Lemonsoda, un Chinotto, una Cedrata Tassoni, un caffè, un cappuccino, un latte macchiato, un the, una tisana, una camomilla, un thè freddo, un succo di frutta, una Coca Cola, una spuma, un bitter analcolico, un Gatorade, Di Stefano ora basta, così magari non si va a schiantare da qualche parte e non rischia di mettere a repentaglio la vita degli altri?

Il messaggio è sempre lo stesso. Siamo tanto più “in” quanto più ci disinibiamo con qualche sostanza. Perché se il tuo amico prende un Gin Tonic e tu prendi una spremuta d’arancia lo sfigato sei tu. Se parli con una donna e invece di un Vodka-Lemon prendi un menta-e-orzata sai già che quella donna non sarà mai tua. Ma non perché sei un pirla tu, perché è il gruppo che ha stabilito che chi non beve è un debole e, conseguentemente, un perdente.

E la “movida” cosa sarebbe, allora, la sfilata degli incapaci a relazionarsi dopo aver bevuto una minerale gassata?

Forse un altro modo di vivere è possibile. Forse a Parma ci stanno solo provando. 

4 pensieri riguardo “I Subsonica, Pizzarotti, Beppe Grillo e quelli che non capiscono la “movida”

  1. Single a trent'anni

    Dovresti mutare un po’ la captatio benevolentiae iniziale, la fai sempre uguale in ogni post in cui parli di qualcosa.

    Detto questo, a me la decisione pare folle. Non è con un divieto di vendita alcolici dalle 21 alle 7 che risolvi il problema. E’ solo una misura draconiana, che piace a perbenisti e benpensanti ma non risolve un benemerito.

    Mi spiace che tu sia sprofondato cosi’ a piedi uniti in un proibizionismo di bassa lega.

    sa30a

  2. valerio Autore articolo

    Sulla captatio benevolentiae c’è poco da fare, non è un artifizio retorico, è la pura verità.
    Non è colpa del proibizionismo né dell’antiproibizionismo se una persona non sa stare in compagnia senza essere brilla. O fatta. O cannata. Non penso che questa debba per forza essere la conditio sine qua non della relazione. Poi fai un po’ ‘r cazzo che ti pare.

  3. Single a trent'anni

    Io se esco la sera e ascolto un po’ di musica il mio bicchiere di gewurtztraminer (scritti – ahimè – probabilmente sbagliato) me lo bevo. Senza per questo essere definibile come una persona che “non sa stare in compagnia senza essere brilla, o fatta, o cannata”.

    Il problema è che fai un ragionamento che si basa su un presupposto di “o bianco o nero” che non fa onore alle tue meningi.

    “Ha fatto bene il grillino Pizzarotti a vietare l’alcool dalle 21 alle 7”.
    “Ma veramente io…”
    “…ecco, vedi? o stai brillo o non ti sai divertire”.

    E’ un discorso che non regge. Esistono persone che non si sanno divertire se non sono brille? si. Pacifico. Empiricamente dimostrato. Ma sono il “nero”, poi c’è il “bianco” e ci sono mille sfumature che non vanno penalizzate. E’ un modo stupido, miope e PIGRO di risolvere un problema.

  4. valerio Autore articolo

    Lo posso bere anch’io il Gewürztraminer o cosa cavolo altro voglio.
    Non ho mai fatto mistero né ho mai negato di essere una persona che fa uso di alcool. Come milioni di altre in Italia, solo che non lo dicono. Perché l’espressione “fare uso di alcool”, che di per sé è neutra, viene vissuta come emarginante.
    Chi beve una birra media con la pizza fa uso di alcool, punto.
    Esattamente come chi beve un bicchiere di vino “da meditazione” o chi si sfonda di vodka dal discount.
    Il fatto che a te, a me o a chissà quanti altri l’alcool non dia disturbi evidenti e apparenti, che lo “reggiamo” che “a noi non ci fa male” è probabilmente, anzi, senz’altro vero. Come è vero che quella stessa quantità di alcool in altri soggetti possa avere effetti ben meno “tranquilli”.
    Ma sul fatto che io usi alcool non ho dubbi.
    Posso, tutt’al più (ma proprio tutt’al più) avere dei dubbi sacrosanti sul fatto che qualcuno preferisca una Tequila Bum-Bum al Gewürztraminer, ma questo svicola dal concetto che ti ostini a evitare bellamente: anch’io posso bere ascoltando della musica, ma non ho bisogno di bere per ascoltare musica. Posso anche non farlo. O bere qualcos’altro. Se VERAMENTE mi interessa la musica e se in QUELLA città o in QUEL posto è proibito servire alcolici. Se, invece, come nel caso in specie, si va a sindacare che in quel comune quarda lì, hanno vietato gli alcolici, eh, non sanno cos’è la movita, cosa ci combina etc… etc… allora mi viene il dubbio, o, meglio, la certezza, che la musica, la movida e il quadrapenta siano solo dei pretesti. Che lo dicano che vogliono bere, senza buttarlo in tasca alla “cultura giovanile”. Su, via…
    O vogliamo ancora dire che questo è un modo intelligente, dinamico e con dieci decimi di vista per affrontare il problema?

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