I debunker di Stato e le “number stations”

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Quando ascoltavo la radio con regolarità e maggior dedizione, spazzolando le onde corte, ricettacolo di sorprese e di soddisfazioni, capitava spesso, soprattutto in certe bande di frequenza, di imbattersi in stazioni che trasmettevano numeri.

Numeri, solo numeri. Ore, ore e ore di cifre. Dall’uno allo zero. Una palla micidiale.

Non erano propriamente nocive, diciamo che rompevano parecchio i coglioni e tanto fa.

Uno degli stati europei che maggiormente faceva uso di questa tecnica (vòlta a comunicare che cosa non si saprà mai), era la DDR. O la Germania Democratica. O la Germania dell’Est, chiamatela un po’ come vi pare.

Era incredibile. Si sentiva solo eins! zwei! drei! null! fünf!… e viandare.

Voglio sperare che quelle trasmissioni siano state irradiate con l’ausilio di una voce sintetizzata (solitamente femminile), perché vorrei vedere chi fosse stato, allora, così malato di mente da leggere in diretta e di persona tutto quell’accrocchio matematico.

Ma, voglio dire, già quando ascoltavo la radio io, quel fenomeno era roba vecchia.

Oggi invece torna improvvisamente di moda, come il vintage, il vinile o i pantaloni a zampa di elefanti. Il tutto grazie a Paolo Attivissimo, debunker di stato della prima ora.

Ci voleva lui, attraverso un programmillo che gestisce e co-conduce per la Radio Svizzera, a spiegarci che cos’erano le “numbers stations”. Perché se no da soli non lo sapevamo. E pensare che generazioni e generazioni di patentati radioamatori ci si sono sbattezzati il cervello senza venirne a capo. Ma non c’è bisogno di scomodare un radioamatore con tanto di licenza. E’ sufficiente avere un po’ di curiosità, e affacciarsi con umiltà oltre la noia dell’FM e l’attuale anarchia totale delle onde medie. Voglio dire, c’era, c’è stato e c’è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno, come cantavano i Matia Bazar.

E’ così. L’attualità di un argomento non viene più affidata alla sua verificabilità storica, ma al fatto che un giornalista iscritto a un sindacato svizzero, con qualche adepto al seguito, ne parli. Qualcuno di questi debunker verrà a dirci, un giorno, che il sole sorge tutte le mattine. E allora dovremo anche ringraziarlo per averci svelato un siffatto mistero, perché per conto nostro non ci saremmo mai arrivati.

D’altronde, cosa aspettarci da persone che, come diceva (stavolta giustamente) Burioni, in vita loro non hanno mai visto nulla di peggio di un negazionista dello sbarco sulla Luna, o un complottista, o un terrapiattista o un no-vax dell’ultima generazione?

C’è poco da fare, sono fatti così. Ma gli conviene?

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