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Quando si dice obbedire alle logiche di partito non si dice mai abbastanza: Giulietta Sarti, vittima di revenge porn, minacciata più volte e da più parti di diffusione di video e immagini intime di cui è protagonista da parte di soggetti il più possibile variegati e malintenzionati, ha deciso di non votare a favore dell’emendamento dell’opposizione su una materia che la riguarda così da vicino e in modo così cogente (come parlo ammodino, quando mi ci metto!) L’unico motivo per cui può non averlo fatto è molto semplice: si trattava di un dispositivo proposto proprio dale opposizioni, e la maggioranza gialloverde uno smacco del genere non se lo può permettere, proprio no. Per cui tutti barricati dietro al respingimento della norma e dietro alle direttive dei capetti del Movimento.
Resta, tuttavia, quello che ha scritto la Sarti su Facebook: “Ringrazio tutti coloro che in questi giorni hanno espresso reale e sincera vicinanza nei miei riguardi. A tal proposito, in virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donnepurtroppo, ci tengo a sottolineare che il caso in questione, cosiddetto Revenge porn, discusso in queste ore nell’ambito del Codice Rosso, non può certo risolversi attraverso l’approvazione di un mero emendamento” “la materia è talmente delicata da richiedere un ampio dibattito non solo parlamentare, bensì giuridico-sociale, volto dapprima a coinvolgere esperti, vittime, famiglie, analisti, giuristi e tutte le varie articolazioni dello Stato competenti come la Polizia postale e delle comunicazioni. È un tema importantissimo, una sua seria regolamentazione non può rischiare di nascere monca”.
Un’occasione sprecata, una explicatio non petita. Nausea.