Festeggiano “la morte del berlusconiano Raimondo Vianello su Facebook”

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La follia su Facebook dilaga. Del resto non era minimamente da prevedere il contrario, se un sito ha molti accessi non è perché parla di musica classica o di teologia, ma perché o si chiama Facebook o distribuisce tette e culi.

E la follia di Facebook ha partorito l’ennesima stronzata galattica all’indomani della morte di Raimondo Vianello un gruppo che festeggia "la morte del berlusconiano Raimondo Vianello su Facebook".

Ora, che la scelta di Vianello di far parte di Mediaset sia stata una belinata bella e buona (siamo passati dalla parodia dissacratoria del teatro di Brecht a "che barba che noia che noia che barba", dalla genialità delle gag con Tognazzi al ridicolo di Sbirulino, ammetterete che si tratta di un bel tonfo) mi pare evidente.

Tuttavia, sfiga o fortuna che sia, tutti muoiono. Quottidie morimus, dicevano gli antichi, dicendo una delle verità più incontrovertibili della storia. Ogni giorno si muore un poco, si va verso il limitar di Dite, non è vero che ogni giorno si vive, questa è una stronzata che hanno inventato i moderni.

E allora, a parte le celebrazioni e le pagine denigratorie su Facebook, bisognerebbe prendere la morte di chiunque come un evento naturale, non bisognerebbe dedicarle tutta questa attenzione, se un personaggio noto muore darne la comunicazione nei notiziari, ma con compostezza, con rispetto, con discrezione, non puntare il dito sulla sofferenza della moglie del defunto che non ce la fa a stare in piedi, sbatterla in prima pagina, in TV, nei TG, perché muore tanta gente e chissà quante vedove in questo momento stanno piangendo la perdita del marito senza che nessuno se ne occupi. Perché la morte, come la si rigiri, è e resta un fatto privato.

E se la morte di qualcuno deve per forza costituire, per qualcun altro, occasione di riscatto per mettersi in mostra (che sia sulle televisioni o su Facebook) mi sembra una cazzata bella e buona.

Spero che il giorno in cui morirà Berlusconi (perché morirà anche lui, a meno che non si faccia una legge ad personam) il mondo si svegli con un composto e quasi indifferente  "Ah, sì?"

Lo spero. Ma non ci conto.

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