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Su Facebook si trovano testi ed immagini che hanno effetti subliminali impensabili.
Guardate questa immagina. E’ la classica ragazza che tiene in braccio un cane. Ma non è un cane qualsiasi, è un cucciolo, anzi, una cucciola, “status” animale che stimola in chi legge senso di tenerezza e di compassione. Un cane adulto lo si tiene in braccio per pietà. Un cucciolo (anzi, una “cucciola”) si prende in braccio (o “in collo”, come diceva la mi’ nonna Angiolina) per giocarci, per coccolarlo, per trastullarlo, per poi dargli un calcio in culo quando diventa grande e abbandonarlo in autostrada se rompe i coglioni o non si può portarlo con noi durante le vacanze.
La foto, comunque, ritrae una utente (che ho provveduto a rendere irriconoscibile) con un bel batuffolino di pelo nero e bianco.
La didascalia dice: “Un amico volontario milanese la trova per strada a palermo nelle mani di gente poco raccomandabile. Adesso la cucciola è al sicuro. Partirà domani per Milano. Gradie di cuore per averla salvata”
Allora:
a) “palermo” è scritto minuscolo e “Milano” maiuscolo. Deve trattarsi di involontario senso ortografico di appartenenza nordica…
b) Naturalmente, essendo stata ritrovata a Palermo, la cucciola era “nelle mani di gente poco raccomandabile”.
c) Ma adesso la cucciola è “al sicuro” e “Partirà domani per Milano”.
Sono concetti che, di per sé, non significano niente. Ma messi nel contesto della didascalia contribuiscono a renderci l’idea di un Sud poco incline a salvaguardare gli animali (specie se “cuccioli”) a fronte di un Nord accogliente e che costituisce il rifugio per questi esseri viventi ingiustamente nelle mani di “gente poco raccomandabile”.
La cucciola vivrà a Milano, dunque. Chissà se imparerà a mangiare il risotto allo zafferano…