Esame di Stato: esce Aristotele alla seconda prova scritta del classico. Stupore e meraviglia.

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All’Esame di Stato, che una volta si chiamava “maturità”, è uscito Aristotele alla seconda prova scritta del classico.

Ed è subito notizia. Il “Corriere” nella versione on line parla di “sorpresa”, e aggiunge che Aristotele mancava dalla prova scritta dell’esame di Stato dal 1978. Dunque c’erano alte possibilità che uscisse, prima o poi. E, comunque, gli studenti lo avevano “ampiamente previsto”.
Con la notizia ha aperto, alle 11, anche la quotidiana puntata del programma “Radio Tre Scienza”. Naturalmente era un “la” da intonare per poi parlae d’altro. Ma intanto Aristotele c’era.

E’ incredibile questa visione dell’Esame di Stato come una sorta di càbala probabilistica, come risultato di una serie di previsioni, come se si trattasse di azzeccare una ambata pluriritardataria su una determinata ruota del gioco del lotto.

“Aristotele che esce al classico?” Eh, sì, è uscito greco scritto, Aristotele scriveva in greco, qual è la “sorpresa”? Dov’è la “straordinarietà”? In che cosa risiede la “notizia”? Suppongo che allo scritto di spagnolo per il liceo linguistico sia uscito un brano di un autore o giornalista di lingua spagnola. Eppure nessuno scrive “che sorpresa!!”, “ma tu guarda!!!”, “non ce lo aspettavamo proprio…”.

In Italia si cade dal pero sull’ovvio. Forse perché l’ovvio non lo prende mai in considerazione nessuno.

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