E’ il World Radio Day. Viva la radio!

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E allora auguri a tutte e tutti voi per il World Radio Day che si celebra oggi.

Non la si ama mai abbastanza, la radio, per tutto quello che ci dà quotidianamente, per cui bisogna festeggiarla e ben vengano queste giornate se riescono a dare così tanta gioia e allegria.

La radio è compagna, ma anche amante, amica e (per qualcuno) moglie. Ho più ricordi personali con la radio che con parenti od amici. E non sono solo, ad esempio, la compagnia di tre ore in un ingorgo, o Radio Maria che ti strasfracassa i coglioni perché sulla scala parlante non c’è altro da ascoltare, i ripetitori del Monte Serra sono andati a farsi benedire e o ti ciucci padre Livio o ciccia.

Quando c’erano ancora attive le trasmissioni in italiano delle radio dell’Est ho assistito alla storia. Ho ascoltato direttamente dalle fonti governative la caduta di Ceausescu, i funerali di Andropov e Cernenko (ho fatto anche questo!), la caduta del muro di Berlino.

La radio è proprio vero che arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente.

E per il World Radio Day mi piace ricordare una voce storica di Radio Uno Rai, Riccardo Cucchi, che se ne va in pensione e ora bisognerà trovare uno bravo almeno quanto lui che ci racconti il calcio.

Perché la radio libera. Perché libera la mente.

(foto tratta dal profilo Facebook di Andrea Borgnino)

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