E Beppe Grillo come fa?

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Interrompo il silenzio imposto nell’ultimo post (il che non so se significhi esattamente che questo blog riprende il ritmo degli aggiornamenti a cui eravate abituati, insomma, tanto per cambiare cazzi miei) perché ho sempre detto, facendomi un esame di coscienza, che "ogni volta che vorrei dare torto a Beppe Grillo finisco sempre per dargli ragione".

Stavolta gli do torto marcio.

I fatti: un video postato su YouTu be da Massimo Merighi e Toni Troja, e contenente una satira nei confronti di Beppe Grillo, sotto forma di rifacimento di una canzoncina dello Zecchino d’Oro ("Il coccodrillo come fa?"). Roba chiaramente goliardica, innocente, scherzosa, in due parole critica e satira.

La satira e la critica sono due modalità di espressione del pensiero. E questo hanno fatto Merighi e Troja, né più né meno. Non pare neanche che ci siano frasi che possano rasentare la diffamazione. Figuratevi che un frammento del brano recita:

“La sua non è volgarità,
nel caso suo è comicità.
E infatti dall’inizio
in ogni suo comizio
a fare in culo manda
la gente che comanda.
Ma Beppe Grillo sai che fa?
Si fa una gran pubblicità
e il populismo instilla
nei giovani balilla
che gli van dietro di città in città.”

Un po’ fortina quella definizione "dei giovani balilla/che gli van dietro di città in città", avrebbero potuto risparmiarsela, ma Beppe Grillo cosa fa? Fa rimuovere il contenuto da YouTube per violazione del copyright.

Nella prima parte del filmato (ancora reperibile qui in una versione "allungata") c’è un breve intervento di Beppe Grillo sull’insuccesso del Movimento 5 Stelle in alcune regioni del Sud. Ma non mi pare proprio che ci sia violazione del copyright, visto che l’uso di una parte di opera per motivi di critica e di discussione è ancora permesso.

E’ chiaro che è un pretesto bello e buono e che forse, l’unico copyright che in ipotesi potrebbe essere stato violato, paradossalmente, è proprio quello degli autori della musica de "Il coccodrillo come fa?", ma allora dovrebbe farsi avanti il signor Pino Massara, che c’entra Beppe Grillo?

E’ inutile, il far star zitto l’altro, il potergli dimostrare che "tu su di me non dici niente, specie se mi critichi", il fare la voce grossa, il dimostrarsi Golia rispetto a Davide è una tentazione che in rete non risparmia nessuno. Pesce grosso mangia pesce piccolo. E se non lo mangia il pesce piccolo dovrà ringraziare il pesce grosso per la sua magnanima bontà e per avergli risparmiato la vita.

La rete non è un’espressione di libertà in cui siamo tutti alla pari. Esistono delle gerarchie interne determinate dalla visibilità di un singolo sito, di un singolo personaggio e di una singola iniziativa.
Il sorriso di tolleranza e di benevolenza della rete è facciata, è puro fumo negli occhi.
La gente se potesse venderebbe la propria madre pur di fartela pagare per aver parlato, criticandola, di lei in rete.
La democrazia della rete, ma soprattutto la possibilità di sfuggire al controllo dell’oggetto della critica, fa molto incazzare. Tutti, nessuno escluso.

Quella di Beppe Grillo è una mossa che non mi sarei davvero mai aspettato. Uno che fa satira e che si incazza quando il bersaglio della satira è lui?

Specchio dei tempi.

PS: La foto di Beppe Grillo che correda questo articolo è tratta dalla voce di Wikipedia (che lui ama tanto) che lo riguarda.

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