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Ieri sera in TV da Fazio c’era Daria Bignardi, la nuora di Adriano Sofri.
E’ morta sua madre, povera donna (la madre!), ed è una vera e propria pena.
Ma, come dicevo qualche post fa, muore tanta gente, padri, madri, fratelli, sorelle, figli. L’esperienza della morte di una persona cara è sconvolgente, ma soprattutto è personale. Ognuno se la vive per conto proprio, se la assimila, cerca di diluirla nel flusso normale della vita.
Ma c’è gente, come la Bignardi, che non si accontenta con la semplice elaborazione del lutto personale, no, lei i propri fantasmi vuole farli vivere anche agli altri, vuole dire a tutti che sta male, e che non può stare male da sola. Sul suo blog (ospitato da Style.it, Glamour, people, lifestyle e altri anglicismi) un lettore anonimo le ha consigliato di scrivere un libro. Detto fatto. E’ uscito "Non vi lascerò orfani", per Mondadori (certo, va bene essere la compagna di Luca Sofri, ma volevate che la Bignardona si facesse mancare l’opportunità di pubblicare per Berlusconi?), 14 euro sul sito di Feltrinelli e senza resto.
Perché già c’è il lutto, facciamo in modo che diventi l’occasione per farci su un paio di palanche.
Sullo stesso blog, la Bignardi ha avvertito i suoi lettori della partecipazione televisiva a "Che tempo che fa!":
Ha scritto "Gulp!" Era da quando leggevo i fumetti di zio Paperone da piccolo che non vedevo più nessuno che scriveva "Gulp!". C’è da crederci se nel post del 27 gennaio scorso la Bignardi, annunciando l’uscita del libro, ha comunicato: "L’ho scritto di getto, in otto mesi. Per altri due mesi poi l’ho riscritto." Dieci mesi per scrivere un libro. Si vede che doveva prima imparare a scrivere, o che prima scriveva solo per onomatopea.
Ci lasci orfani, signorina Bignardi in Sofri, non ci mancherà.