Daniele Virgillito ha scoperto l’acqua calda di Wikipedia

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In molti in queste ore mi segnalano l’articolo di Daniele Virgillito su Wired.it “Come ho fregato tg, politici e giornali con qualche riga su Wikipedia”.
C’è l’auto-da-fe di questo freelance, un outing anche abbastanza compiaciuto, che si è divertito ad attribuire citazioni false a personaggi celebri, magari appena defunti, senza attendere che il rigor mortis della notizia li ricatapultasse nell’oblio.

Grazie, è divertente, ma nulla di più.

In realtà è un déjà-vu. Quando sulla Wikipedia francese apparve la falsa voce su Léon-Robert de l’Astran (che è restata in linea più di due anni), intellettuale del seicento mai esistito, con tanto di citazioni di frasi celebri, la carriera politica di Ségolène Royal fu stroncata di lì a poco.

E poi, quello che non mi è piaciuto dell’articolo è il fatto che punti a dimostrare la dabbenaggine dei politici e dei giornali e non quella di Wikipedia, sempre disposta ad accogliere qualunque cosa e a farla restare in linea. Come è successo per alcuni dei falsi del Virgillitto.

Quello che ha fatto lui lo può fare chiunque. Magari lo farò anch’io perché, come dicevo, è divertente.

Ma il guaio grosso non è tanto che i giornali hanno copiato delle cose false, quanto che abbiano prestato fede a Wikipedia, quella vera.

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