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E abbiamo perso di brutto, con un 3-0 (anzi, 0-3, per i pignolini) che non dà scampo.
Chè le partite si vincono e si perdono, non è la morte di nessuno.
Però qualcuno dovevano crocefiggere, e siccome abbiamo una squadra di pirla pagati milioni di euro per essere dei sacrosanti idoli del nulla, allora hanno crocefisso Donadoni.
Che è il più simpatico di tutti, se non altro perché allenava il Livorno.
Donadoni ha detto delle cose di gran buon senso. Ha detto che va beh, abbiamo perso, e ora a rimboccarsi le maniche.
Non ha detto “E’ un gioco!” perché lo avrebbero fucilato all’istante proprio perché è vero.
Il calcio per molti è la vita e c’è di che preoccuparsene.
Il calcio è un vuoto che riempe i vuoti.
Si passano ore dal barbiere, al bar, in macchina con gli amici, sui luoghi di lavoro a parlare di difesa a zona, di moduli, e di schemi difensivi, del gol che non c’era perché era in fuori gioco (e non si dice che l’Italia avrebbe perso 2-0 comunque), di Toni che non era in forma, cazzo, con tutti i soldi che prende altro che essere in forma, una supposta di pepe di Cayenna e via correre…