Come ho creato un (bel) po’ di chiavette USB con Linux live (forse)

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Ci sono svariati motivi per cui potreste avere bisogno di una chiavetta USB autoavviante con Linux. Quella che ha spinto me a realizzarne cinque o sei è che sul lavoro ho computer lenti e vetusti, pieni di documenti per lo più vetusti e di virus per lo più recenti. Avevo dunque bisogno di un sistema live che mi permettesse di portare con me il mio sistema operativo, senza fare alcuna modifica sul computer ospite, farlo partire dalla macchina superlenta ed evitare così di toccarla e fare altri danni, rendendomi del tutto autonomo e decisamente più veloce. Avevo svariati CD masterizzati con le distribuzioni live più comuni di Linux, ma far partire un sistema operativo da CD significa avere delle prestazioni estremamente più lente. Allora mi sono documentato un pochino ed ecco l’occorrente per l’operazione:

a) un programma che scriva le immagini ISO su chiavetta USB;
b) l’immagine ISO della distribuzione Linux Live che volete installare;
c) una chiavetta USB formattata in FAT 32 da 2 GB come minimo;

Ora, non starò più a cercare parole che non trovo per spiegarvi cos’è un’immagine ISO, andatevelo a cercare e se non lo sapete state tranquilli, probabilmente non avete bisogno nemmeno di una chiavetta con l’installazione di una distribuzione live di Linux, mentre se proprio siete curiosi di provare il nuovo sistema operativo senza installare NULLA sul vostro hard disk, probabilmente avrete la cortesia di dedicare a questo tema un paio di minuti del vostro tempo per poter andare aventi.

Vediamo allora le annotazioni ai vari punti di cui sopra:

a) io sono stato fortunato. La distribuzione Linux (Linux Mint) che ho installata sul mio computer ha già precaricati due programmi molto utili per la gestione delle chiavette USB. Si tratta rispettivamente di un programma per formattarle in FAT 32 e di uno “scrittore” (Linux a volte traduce da cani!) di file .ISO. Quindi avevo tutto l’occorrente per quello che mi necessitava. Se invece state operando da Windows o da Mac potreste provare UNetbootin (cercatelo su Google, infingardi, non posso darvi tutto io e la pappa scodellata non esiste da nessuna parte), che, però, a me non sempre ha funzionato, anzi, direi proprio che ha funzionato in un caso soltanto. Gli utenti Windows possono contare anche sul programma Rufus (anche questo cercatevelo), solo che non l’ho provato e non so dirvi come funzioni, e quelli Mac hanno dalla loro anche Mac Linux USB Loader;

b) Attenzione. Non tutte le immagini ISO che trovate in rete (alcune sono distribuite gratuitamente anche attraverso il mio classicistranieri.com) corrispondono ad una versione live. Potreste intoppare, come è successo a me, in una distribuzione che non permette di valutare la distribuzione prima di installarla stabilmente. Comunque sia, se vi buttate sulla famiglia Ubuntu, cascate sempre bene. Anche Linux Mint ha la sua brava live e se avete un po’ di pazienza di cercare in rete oppure potete permettervi il lusso di fallire qualche tentativo (al limite non succede nulla) ne troverete altre che possono fare più al caso vostro. Da quello che ho visto, da chiavetta funziona benissimo XUbuntu e ve lo consiglio caldamente. E’ leggero, essenziale (proprio come piace a me), senza fronzoli, estremamente intuitivo, di facile utilizzo. Ma, soprattutto, anche su una chiavetta è anche estremamente veloce. Ancora più essenziale ed altrettanto ben funzionante è Lubuntu (ma chi ve lo fa fare di usarlo? Al limite se proprio dovete installare una versione Ubuntu su una macchina vetusta potreste avere la tentazione di provare il sistema operativo prima di renderlo stabilmente residente, ma adoperarlo per una chiavetta non mi pare il caso, non ha molti programmi installati e non offre particolari prestazioni di immediato interesse). Potreste inoltre avere la curiosità di provare il tradizionale Ubuntu. Funziona anche quello, solo che a me non è piaciuto per niente. Quello che invece, nelle ultime due distribuzioni, a me non ha funzionato è Kubuntu, che mi si è piantato lì (sì, anche Linux si pianta, non chiedetemi come, ma soprattutto non chiedetemi perché) alle prime scelte delle opzioni di avvio. Una distribuzione che mi sento vivamente di consigliare a tutti è TAILS, la Debian dedicata alla salvaguardia della privacy e dell’anonimato in rete. Anche questa funziona con una chiavetta ed è una vera e propria mano santa che contiene svariati altri prodotto come Libre Office e Tor;

c) qui c’è poco da dire. Magari avete qualche vecchia chiavetta da 2, 4 o 8 Gb. da parte, che non usate più e che avete dimenticato nei meandri dell’oblio. Se non ne avete compràtene una. Costano sempre meno. Su Amazon ho trovato un pratico set di cinque chiavette USB da 16 Giga. Costano 15 euro e spiccioli, sono di colori diversi e sono molto utili (ad ogni colore potete abbinare una distribuzione Linux diversa). Insomma, frugàtevi.

Quali sono i vantaggi di avere una distribuzione Linux installata su una chiavetta autoavviante? Indubbiamente quella di provare il sistema operativo senza installare nulla sull’hard disk, ed essere immediatamente operativi in modo piuttosto veloce ed efficace. Attenzione, però: se salvate qualcosa sulle cartelle Linux disponibili sulla distribuzione, oppure se installate qualche programma che vi interessa particolarmente e che non è compreso nel pacchetto iniziale (sì, si può fare!) al momento in cui spegnete il PC (sì, si può fare anche questo!) perderete QUALSIASI modifica apportata al sistema e al successivo riavvio della chiavetta, il sistema operativo partirà con le opzioni della prima installazione. In breve, se avete bisogno di qualcosa dovete reinstallarla ogni volta. Ricordatevi anche, ogni volta che avviate una distribuzione Ubuntu, che potrebbe essere necessario settare la tastiera italiana (quella di default potrebe essere quella statunitense). XUbuntu ha un’interfaccia grafica apposita per effettuare in due secondi l’operazione.

E infine perché dovreste utilizzare Linux? Perché poi sarete più liberi, ecco tutto. E ho detto niente!

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