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Cesare Previti ha citato in giudizio la Wikimedia Foundation per un articolo suppostamente diffamatorio contenuto su Wikipedia. Nulla di strano, è interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, ma se sente leso un suo diritto individuale può agire in giudizio. Il tribunale gli ha dato torto. Anche questa è un incognita dei processi civili, si possono perdere.
C’è da dire, però, che Previti non ha perso perché il tribunale considerava, al contrario di quello che lui sosteneva, quelle espressioni legittime, ma solo perché ha riconosciuto la Wikimedia Foundation non come una detentrice e produttrice di contenuti, ma come un fornitore di hosting.
In breve, il concetto è che la Wikimedia Foundation è un po’ come Aruba. Si limita a fornire spazio web, se poi uno li usa per commettere reati sono affari di chi lo usa. La colpa è sempre dell’utente che ha immesso quei contenuti che si suppongono diffamatori.
Un’altra sentenza a favore dell’impunità di Wikipedia, che si presenta ancora una volta come quella che può fare e dire tutto, tanto la colpa è sempre degli altri. Logica notevole per un’enciclopedia che pretende di insegnare.