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Come sempre il sonno della ragione genera mostri e generare mostri sembra essere l’attività principale di certa stampa distratta e annoiata che cerca di far passare per "notizia" (ovvero per evento degno di essere portato a conoscenza di tutti, con dovizia di particolari, possibilmente inutili) quello che "notizia" non è, e che meriterebbe di essere interrata nella sepoltura dell’oblio.
Stavolta è toccato a un prete di Besana Brianza che ha annunciato alla sua comunità di andare in ritiro spirituale. Era andato in crociera sulla Costa Concordia assieme alla famiglia (sorella, marito di lei e nipote). Nessuno avrebbe saputo niente se la nipote ipertecnologica non avesse rassicurato via Facebook i suoi "amici" che sì, erano tutti salvi, lei, i suoi genitori e lo zio.
Già. E cosa ci faceva lo zio prete sulla Costa Concordia? Un prete in crociera?? E perché??? E i preti devono fare gli esercizi spirituali sulle navi che percorrono il Mediterraneo???? Anàtema, anàtema!!!!
E così nasce la notizia. Così nasce il mostro. Così si crea giornalisticamente la vittima sacrificale, quella che, per un momento, fa dimenticare all’opinione pubblica che sulla Costa Concordia erano imbarcate diverse persone che non risultavano sulla lista di bordo. Qualcuno li definirebbe "clandestini" ma, si sa, son cose che non si possono dire.
Meglio, allora, prendersela con il prete, reo di aver mentito alla sua Comunità. Colpevole di essere andato in crociera con la sua famiglia, magari se fosse andato in giro con la nipotina di Moubarak qualcuno lo avrebbe perfino scusato.
Ma nessuno si è chiesto una cosa molto semplice: che cosa ha spinto questo sacerdote a mentire?
Probabilmente, anzi, senz’altro, avrebbe potuto dire: "Signori, vado in vacanza con la mia famiglia! Ho trovato un’occasione sulla Costa Concordia, spendo poco, e nel pacchetto trovo incluso anche un bello squarcio di una quarantina di metri con naufragio contestuale, tutto compreso nel pacchetto."
Già, ma cosa pensano o cosa potrebbero pensare i fedeli cattolici del loro parroco che va a fare una crociera? Pensano che sia un cattivissimo soggetto, perché, evidentemente, un prete non può e non deve andare in vacanza, e se ci va non si può fare una crociera, perché se no i parrocchiani lo spellano vivo. Perché un prete, nella visione cattolica generale, è una persona dèdita anima e corpo alla comunità e non può permettersi di essere stanco.
Rosari, messe, animazione giovanile, catechesi, preghiera, confessione, comunione, assoluzione, estrema unzione, funerali, matrimoni, gruppi parrocchiali, e ti credo che un bel giorno ti viene voglia di chiudere tutto e andartene.
Ma dire che non ne puoi più, è un sintomo di debolezza! Per cui vieni giudicato.
"Ne hai pieni gli attributi? Affari tuoi, non dovevi fare il prete, il prete è una vocazione e tu sei in servizio 24 ore al giorno, non ti lamentare, se volevi andare sulla Costa Concordia non dovevi prendere i voti, non sei stato obbligato."
Perché c’è gente che ragiona così.
C’è gente che pensa davvero che la sofferenza e il sacrificio siano condizioni obbligatorie per la vita.
E allora, magari, questo sacerdote avrà detto: "Sai che c’è? Dico una piccola bugia, poi magari me la vedo io col Padreterno, torno più riposato e chi se ne frega, sarà mica una roba così grave??"
Cazzo, per i suoi parrocchiani E’ GRAVISSIMO!!! Stanno chiedendo chiarimenti, nientemeno… Loro, a cui nessuno, probabilmente, ha chiesto mai chiarimenti se convivono more uxorio o hanno rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Loro che da questo prete saranno stati assolti per aver abortito, oppure per aver rubato, loro che da questo sacerdote sono stati ascoltati se il figlio ha combinato una marachella, loro che hanno ricevuto conforto spirituale e comprensione quando la realtà tragica di un figlio che si droga tocca le LORO famiglie. Loro che hanno ricevuto il perdono al prezzo di qualche pateraveggloria per aver bestemmiato, per aver picchiato la moglie, per non aver pagato le tasse, per aver dato lavoro a qualche badante ma in nero, che, si sa come va la vita, per aver tradito il coniuge almeno una volta nella vita.
O, magari, per aver detto una bugia a loro volta.
Stavolta è toccato a un prete di Besana Brianza che ha annunciato alla sua comunità di andare in ritiro spirituale. Era andato in crociera sulla Costa Concordia assieme alla famiglia (sorella, marito di lei e nipote). Nessuno avrebbe saputo niente se la nipote ipertecnologica non avesse rassicurato via Facebook i suoi "amici" che sì, erano tutti salvi, lei, i suoi genitori e lo zio.
Già. E cosa ci faceva lo zio prete sulla Costa Concordia? Un prete in crociera?? E perché??? E i preti devono fare gli esercizi spirituali sulle navi che percorrono il Mediterraneo???? Anàtema, anàtema!!!!
E così nasce la notizia. Così nasce il mostro. Così si crea giornalisticamente la vittima sacrificale, quella che, per un momento, fa dimenticare all’opinione pubblica che sulla Costa Concordia erano imbarcate diverse persone che non risultavano sulla lista di bordo. Qualcuno li definirebbe "clandestini" ma, si sa, son cose che non si possono dire.
Meglio, allora, prendersela con il prete, reo di aver mentito alla sua Comunità. Colpevole di essere andato in crociera con la sua famiglia, magari se fosse andato in giro con la nipotina di Moubarak qualcuno lo avrebbe perfino scusato.
Ma nessuno si è chiesto una cosa molto semplice: che cosa ha spinto questo sacerdote a mentire?
Probabilmente, anzi, senz’altro, avrebbe potuto dire: "Signori, vado in vacanza con la mia famiglia! Ho trovato un’occasione sulla Costa Concordia, spendo poco, e nel pacchetto trovo incluso anche un bello squarcio di una quarantina di metri con naufragio contestuale, tutto compreso nel pacchetto."
Già, ma cosa pensano o cosa potrebbero pensare i fedeli cattolici del loro parroco che va a fare una crociera? Pensano che sia un cattivissimo soggetto, perché, evidentemente, un prete non può e non deve andare in vacanza, e se ci va non si può fare una crociera, perché se no i parrocchiani lo spellano vivo. Perché un prete, nella visione cattolica generale, è una persona dèdita anima e corpo alla comunità e non può permettersi di essere stanco.
Rosari, messe, animazione giovanile, catechesi, preghiera, confessione, comunione, assoluzione, estrema unzione, funerali, matrimoni, gruppi parrocchiali, e ti credo che un bel giorno ti viene voglia di chiudere tutto e andartene.
Ma dire che non ne puoi più, è un sintomo di debolezza! Per cui vieni giudicato.
"Ne hai pieni gli attributi? Affari tuoi, non dovevi fare il prete, il prete è una vocazione e tu sei in servizio 24 ore al giorno, non ti lamentare, se volevi andare sulla Costa Concordia non dovevi prendere i voti, non sei stato obbligato."
Perché c’è gente che ragiona così.
C’è gente che pensa davvero che la sofferenza e il sacrificio siano condizioni obbligatorie per la vita.
E allora, magari, questo sacerdote avrà detto: "Sai che c’è? Dico una piccola bugia, poi magari me la vedo io col Padreterno, torno più riposato e chi se ne frega, sarà mica una roba così grave??"
Cazzo, per i suoi parrocchiani E’ GRAVISSIMO!!! Stanno chiedendo chiarimenti, nientemeno… Loro, a cui nessuno, probabilmente, ha chiesto mai chiarimenti se convivono more uxorio o hanno rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Loro che da questo prete saranno stati assolti per aver abortito, oppure per aver rubato, loro che da questo sacerdote sono stati ascoltati se il figlio ha combinato una marachella, loro che hanno ricevuto conforto spirituale e comprensione quando la realtà tragica di un figlio che si droga tocca le LORO famiglie. Loro che hanno ricevuto il perdono al prezzo di qualche pateraveggloria per aver bestemmiato, per aver picchiato la moglie, per non aver pagato le tasse, per aver dato lavoro a qualche badante ma in nero, che, si sa come va la vita, per aver tradito il coniuge almeno una volta nella vita.
O, magari, per aver detto una bugia a loro volta.