L’Accademia della Crusca violenta i diritti dei verbi intransitivi

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L’Accademia della Crusca ha stabilito che, sia pure in contesti informali di linguaggio parlato, magari giovanile e di slang, espressioni come “scendi il cane” o “esci il portafoglio” sono ammissibili. Verbi con accezione intransitiva, cioè, assumono forma transitiva, come se si potesse dire “uscire qualcuno” o “scendere qualcosa” (a parte le scale, ovviamente). A parte il fatto che io in Toscana ho sempre sentito i bimbetti in collo (in collo vuol dire “in braccio”, in Toscana) a su’ mà’ dire “O mamma, mi scendi?”, quindi la cosa non scandalizza più di tanto, c’è da dire che l’Accademia della Crusca stavolta ha preso una cantonata mostruosa. E’ pur vero che la lingua non è di chi la codifica ma di chi la parla, e il prendere atto del cambiamento linguistico, anche se impoverisce l’idioma, è sempre un atto di umiltà scientifica apprezzabile, ma ammettere “Scendeteli!” per “Fateli scendere!!” è semplicemente inconcepibile. Anche perché se è vero come è vero che possono essere utilizzati in modalità transitiva in via informale, è anche vero che l’atteggiamento tipico della gente è quello di rendere nella forma quello che viene detto nell’informalità. Così, la gente si è scandalizzata. Giustamente. Ma fateci caso: le stesse persone che criticano l’Accademia della Crusca per questa alzata d’ingegno sono quelle che su WhatsApp scrivono “xché”, “xò”, “tvttb”, cànnano le maiuscole, fanno un uso smodato degli emoticons, mandano gli auguri di buon Natale e buon anno a tutta la rubrica così non pensano a scrivere qualcosa di originale. E allora la colpa non è neanche tanto dell’Accademia della Crusca, è di tutti noi che ciucciamo le indicazioni e le scambiamo per verità rivelate e norma della vita linguistica di tutti i giorni. Però la Crusca tutto questo se lo poteva risparmiare. E poteva risparmiarlo a noi che non ne possiamo più.

Corretto il link a valeriodistefano.com sul Corriere della Sera

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Questa mattina ho ricevuto una mail dalla giornalista Alessandra Bravi che, su mia segnalazione, ha provveduto a correggere il link sbagliato sulla pagina dell’edizione fiorentina del Corriere della Sera, come avevo segnalato qui:

https://www.valeriodistefano.com/public/post/il-corriere-della-sera-mi-cita-ma-sbaglia-il-link-1651.asp

Nel mio blog ho parlato di cultura libera, di difesa strenua della privacy, dai miei siti diffondo centinaia di migliaia di file al mese, la gente scarica musica, libri, audiobook, sono uno dei pochi che dice la verità su Wikipedia e questi per cosa mi recensiscono? Per un post su una ragazzina pisana immaginaria che si presta a fare la testimonial alla Coca Cola.

Uno potrebbe dire: che culo!! E invece vi avverto subito, non è finita qui. Stay tuned…

Ci girano tronfie la figlia e la madre nel viso uguali e del culo tondo, istesse, identiche, senza storia

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Su repubblica.it ieri è apparso un reportage fotografico di 42 scatti. Dico “sarà una roba importante, che so, qualcosa sul conflitto di Gaza o sul recupero della Concordia.”
Macché, si trattava di una serie di fotografie di madri e di figlie che hanno deciso di farsi lo stesso tatuaggio nello stesso punto del corpo. Oppure di farsi tatuare due spezzoni di frase o di disegno, in modo che, avvicinando i due segmenti si ottengano il tatuaggio o la frase completi.

Voglio dire, la gente è fuori di testa completa e mica poco e l’orrenda e triviale immagine che ho scelto per corredare queste innocenti riflessioni lo dimostra.

Voglio dire, tutte queste signore superultraquarantenni, sfiancate dalla cellulite e deturpate dall’alluce valgo, che vogliono fare le giovani a tutti i costi e si fanno tatuare la frase “You are my sunshine” sul collo del piede mentre la figlia nello stesso punto ha immortalato “…my only sunshine”, che per dare un senso all’operazione devi mettere un piede davanti all’altro così la gente ti fotografa o, peggio, ti fotografi per conto tuo, ti fai un “selfie”, lo sbatti su Facebook e gli altri ti cliccano su “Mi piace” o ti dicono “Oh, che meraviglia!”. Ma che cazzo di meraviglia è? Sono due piedacci marci che neanche il più abile degli estetisti riuscirebbe a ricondurre a un aspetto vagamente decente!

E poi, tanto tanto, capisco le figlie. Ma le madri… porca miseria, hai un’età da pre-menopausa e devi per forza farti un tatuaggio “in stile” con quello di tua figlia (è la prima volta in vita mia che capisco il senso del titolo del romanzo di Proust “All’ombra delle fanciulle in fiore”) che, invece, è giovane, bella, e ha davanti a sé una vita sessuale intensa e soddisfacente. Non lo fanno per far vedere in giro che loro sono madre e figlia (come se gliene fregasse qualcosa a qualcuno, poi) ma che loro, madri, hanno con le rispettive figlie un rapporto privilegiato, speciale, che più che madre e figlia sono le classiche “amiche” e “complici”. E si dà il caso che le madri non debbano essere né amiche né complici dei loro figli.

Un giorno, forse, qualcuno avrà pietà di tanta presunzione. Per il momento spero proprio di no.

Baby rapinatori ed estorsori “condannati” a un anno di messa tutte le domeniche. Come sarà andata a finire??

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Sempre per la serie “Notizie K”, avevo messo da parte codesta perla di cui mi ero ripromesso di parlarvi. Poi, invece, mi sono messo a parlarvi di altro, come spesso mi accade, soprattutto a sproposito.

Orbene, a Bassano del rappa, cittadina con cui ho un legame affettivo particolare, specialmente con la distilleria “Nardini” e coi suoi aperitivi da sballo, spacciati in un negozietto che è proprio un buco, poco prima del ponte dei vecchi alpini, insomma, lì, o, meglio, a Mestre, una banda di baby bulli fu condannata dal Trinunale dei minori ad andare a messa per un anno tutte le domeniche, oltre alle pene accessorie (come fare voltariato, avere buoni voti a scuola etc…).

Non ricordo di quando era la notizia, ma sicuramente è di qualche tempo fa. Chissà se dopo un anno di messa questi bambini un po’ birbantelli si siano ravveduti o se, per espiare davvero la condanna di dover assistere a una funzione religiosa, non abbiano anche pensato in cuor loro che una pena deve tendere alla rieducazione, non all’imposizione di un credo o di una fede attraverso gli atti di culto (chissà perché non c’è stato nessun obbligo a frequentare settimanalmente una moschea, o un culto protestante, o la Sala del Regno dei Testimoni di Geova…).

Umberto Bossi ha cambiato cellulare

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Oggi abbiamo una notizia sconvolgente nel panorama dell’informazione nazionale: Umberto Bossi ha cambiato numero e/o cellulare e ha mandato un SMS a tutti i suoi contatti per comunicare che d’ora innanzi sarebbe stato reperibile direttamente sulla nuova linea, considerato che l’apparecchio che deteneva in qualità di Ministro della Repubblica ha dovuto restiturlo.

Davvero non ci si crede, ma com’è stato possibile? Al mondo non c’è NESSUNO che cambi numero di telefono, per necessità o solo per sfizio e che, successivamente, comunichi il suo nuovo recapito alle persone che ci tiene a continuare a contattare.

Questa sì che è una notizia! Corriamo subito a pubblicarla sul Corriere della Sera (se no poi si rischia che la gente non ne venga a consocenza, e potrebbe essere una disgrazia…)

Francesco Guccini – Dizionario delle cose perdute

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Non so quando uscirà il “Dizionario delle cose perdute” di Francesco Guccini, ma appena un minutino fa, BOL mi ha chiesto se lo voglio prenotare. Non (più) da loro, ça va sans dire.

Il passato non è una terra straniera, no, ed è bello che non lo sia. Nel ricordarsi delle cose perdute (tanto da farne addirittura un dizionario) c’è un senso di antico, di nostro. La gente si ritrova o nei ricordi o nelle antipatie verso qualcuno.

Ma l’avete visto per chi insiste a pubblicare Guccini? Mondadori, già…

Chissà se, scorrendo il dizionario delle cose perdute, alla G troverò un lemma che mi rimanda a “Guccini, Francesco”…

“Il maltempo paralizza la serie A” (eh, son dolori, sapete…)

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Era certamente da prevedersi: il solito catastrofismo metorologico, quello che non vuole arrendersi al fatto che siamo nel mese di febbraio, e che il mese di febbraio fa parte dell’inverno, e che in inverno qualche volta nevica, adesso fa titolare alla versione on line del quotidiano “La Stampa” un annuncio con tanto di link diretto: “Il maltempo paralizza la serie A”.

Beh, certo, è importante, perché se la neve fa chiudere le scuole a tempo indeterminato non gliene frega niente a nessuno, ma la serie A paralizzata è un affronto per tutti, una vera e propria offesa al decoro e al prestigio degli italiani che certamente se ne ricorderanno vita natural durante. Qualcuno, magari, penserà perfino che la neve è comunista…

Anniversario della nascita di Franz Kafka

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Oggi è l’anniversario della nascita di Franz Kafka, tanto per fare il nome di un morto.

Questo omino che faceva l’assicuratore, vegetariano per vocazione più che per scelta (mangiava solo "castagne, datteri, fichi, uva, mandorle, uva passa, zucche, banane, mele, pere, arance") è stato l’artefice di una messa a testo formidabile delle problematiche dell’uomo contemporaneo.

Ci siamo tutti nei suoi scritti. Quindi leggetelo, peccatori!

Piergiorgio Odifreddi pubblica “Caro Papa ti scrivo” per Mondadori

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Piergiorgio Odifreddi è un signore che ha avuto modo di scrivere e dichiarare, nella sua vita:

"La vera religione è la matematica, il resto è superstizione. O, detto altrimenti, la religione è la matematica dei poveri di spirito."

"Aspetto la dissoluzione della morte, ma non un’altra vita in un mondo che non verrà."

E’ stato eletto Presidente Onorario dell’Unione Agnostici e Atei Razionalisti, associazione a cui ho affettuato, in passato, qualche piccola donazione da privato cittadino (e pirla quale sono).

Ha pubblicato il volume "Caro Papa ti scrivo", a proposito del quale si legge sul suo sito personale: "Nell’autunno del 1959 Piergiorgio Odifreddi varcò la soglia del Seminario di Cuneo. La sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di Piazza San Pietro la folla estasiata."

Il libro è stato pubblicato per Mondadori, la casa editrice del Presidente del Consiglio.

A tutt’oggi il libro non è stato elencato neanche nella biografia di Odifreddi su Wikipedia.

Qualche ragione ci sarà (e questa volta la condivido).

…e allora chiudiamo Annozero

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E allora adesso pare proprio che basta Santoro alla RAI.

Annozero chiude, non la vedremo più. L’azienda e il presentatore "hanno convenuto di risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione".

E’ una separazione consensuale, e in Italia è ammesso (per parafrasare un modo di dire di mio suocero.

"Rai e Michele Santoro  hanno inteso definire transattivamente il complesso contenzioso altrimenti demandato alla sede giudiziaria. Si è ritenuto infatti di far cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermate in appello, in materia di modalità di impiego di Michele Santoro, recuperando così la piena reciproca autonomia decisionale".

E’ un passaggio spaventoso. Non tanto per il fatto che la Rai e Santoro abbiano trovato un accordo stragiudiziale, acnhe quello, sempre per dirla come mio suocero, "in Italia è ammesso". Il punto è che una sentenza del Tribunale di Roma confermata in Appello dà ragione piena a Santoro, e cioè al silurato, all’ingiustamente vilipeso, a uno dei protagonisti dell’editto bulgaro, a quello che diceva a Celentano "grazie per il microfono ma io voglio il MIO microfono" (frase che se me l’avessero scritta l’avrei capita al volo, ma così pronunciata ci ho messo un macello di tempo, sprecando le mie poche sinapsi residue) che ora (forse) se ne va a La7 e "recupera la piena reciproca autonomia decisionale"?

Santoro poteva tenere la RAI e il Governo per le palle. Aveva dalla sua due decisioni di merito del Tribunale, potevano esserci tutte le pressioni del mondo, Berlusconi, mica Berlusconi, si contenga. E invece no, ci vuole "autonomia decisionale" anche per lui, che, evidentemente, avrà trovato forme alternative più gratificanti. Per carità, ci può essere anche soddisfazione a farsi reintegrare al lavoro oggi e mandare il padrone a "fare un bicchiere" il giorno dopo, son scelte.

Non vedremo più Santoro con Vauro che commenta le sue vignette e che nessuno ci ride più. In compenso è stato confermato "Ballarò" con Crozza che non mi ha mai fatto ridere.

Letizia Moratti sulla Moschea abusiva di Via Giandomenico Puppa a Sucate

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Il Sindaco Letizia Moratti è caduta in quella che a Livorno viene considerata la nobile arte del "Puppa!" ("Puppa aliqui facere")

Cosa significhi "Puppa!" a Livorno è fin troppo evidente e scontato. Letizia Moratti è stata vittima di uno scherzo rivoltole da un utente di Twitter che si è firmato Lucah. Al Sindaco di Milano è stato chiesto cosa intendesse fare per contrastare la Moschea abusiva sita in via Giandomenico Puppa nel quartiere di Sucate.

E’ chiaro che non può esserci nessuna Moschea, autorizzata o abusiva in quel quartiere, se non altro perché il nome di Sucate è palesemente inventato, per tacere di quello di Giandomenico Puppa.

Tuttavia la Moratti ha risposto lo stesso: "Nessuna tolleranza per le moschee abusive. I luoghi di culto si potranno realizzare secondo le regole previste dal nuovo Pgt".

(la notizia mi è stata segnalata dal redivivo Palleschi Aristide, cui vo’ a tributar le gratie)

In onda stasera su Rai Tre “E’ stato morto un ragazzo” di Filippo Vendemmiati. Alle 23,35 (e ci state larghi!)

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Questa sera la RAI trasmette il documentario "E’ stato morto un ragazzo" di Filippo Vendemmiati e dedicato alla storia di Federico Aldrovandi, partendo dai fatti occorsi nei pressi dell’Ippodromo di Ferrara, passando per i tempi estremamente dilatati con cui la famiglia ha appreso della morte del ragazzo, fino ad arrivare al procedimento penale che riguarda alcuni poliziotti, già condannati in primo grado per eccesso in legittima difesa (da cui sarebbe derivata la morte del ragazzo).
E’ un lavoro molto ben fatto, ha vinto il Premio David Di Donatello per la documentaristica, Vendemmiati è preciso e rigoroso.
E’ uscito in allegato a un volume per Promo Music Books, costa 19,90 euro, decisamente ben spesi (l’ho comprato presso lo shop di Beppe Grillo, che secondo me fa bene a distribuirlo).
La RAI, come è d’uopo, lo trasmette, da bravo servizio pubblico, su Rai Tre.
Solo che ce lo fanno vedere alle 23,35.
Perché qualcuno potrebbe anche saperne qualcosa di più, se lo si trasmettesse in prima serata, magari dopo le gigionerìe di Fazio.
Meglio trasmetterlo di sabato in quinta serata, quando i giovani sono fuori in discoteca, quando i vecchietti sono assonnati, quando i buoni padri di famiglia sono impegnati nello zapping dell’eros soft su qualche TV a pagamento.
Meglio trasmetterlo in sordina. Perché sapere di più sulla morte di Federico Aldrovandi potrebbe essere poco opportuno.

Una bici non si ama si lubrifica, si modifica..

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Il Giro d’Italia che ti passa sotto casa è un momento che passi pensando a Paolo Conte mentre canta che lui sta lì e aspetta Bartali.
Ma anche quella di fare l’imbecille con una bandanina rosa che ho comprato a un prezzo non proprio favorevolissimo ma la volevo e basta:

Dice mia moglie che andrebbe messa a mezza fronte stile Marco Pantani, ma oggi la bandana rosa, la camicina blu, la maglietta a righe (che chissà perché me la metto tutte le volte che devo fare le foto da bischero) il giubbottino marrone mi rendono policromo.
Inoltre serve a celare egregiamente la pelata e ad avere un profilo sbarazzino e inutilmente giovanile:

Fino alla maglia Rosa!

Per le feste di Natale e fine anno fate anche voi una telefonata!

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Avete telefonato a tutti i vostri cari?

Avete fatto gli auguri al vostro prossimo che vive lontano? (ma se è prossimo come fa a stare lontano? E va beh, mi c’incarto sempre con queste frasi ad effetto, abbiate pazienza…)

Avete provveduto a ingrassare le tasche della SIP oltre il dovuto per fare un’interurbana alla zia Blagodarinda, che ci tiene tanto?

Avete ricaricato la vostra purtuttavia inutile scheda SIM con un’offerta speciale di 100 messaggi al mese da spedire a tutti, ma proprio tutti, finendola in tre giorni, il che vuol dire che per gli altri 27 tirate fuori una bella fracca di quattrini e vi attaccate?

Avete confortato la povera vecchietta di Vostra Madre facendole sentire la votra presenza di lontano?

Siete sicuri di non aver trascurato nessuno e di non sentirvi pervasi dai

SENSI DI COLPA(Tm)?

Pensateci bene, perché non è ancora finita la giornata di festa in cui potete augurare anche voi "Buona fine e miglior principio" a chi durante l’anno considerate meno di zero, e ora che è Natale gli rompete i cogl… confortate l’orecchio colle vostre irrinunciabili chiamate telefoniche.

Sì, da qui alle 23.59.59 di oggi, 26 dicembre, potete anche voi rendervi antipatici e sgraditi, chiamando or quello, or quell’altro e riprendendo il ritmo lavorativo da domani mattina con maggior calma e bontà nei cuor.

Non buttate via un’opportunità preziosa!

Telefonate ancora, e ancora e ancora. Farete sicuramente felice chi vi ascolta!

Regalo di Natale

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Vi mostro, con orgoglio e alterigia, il regalo di Natale appena ricevuto dalla mia metà (che mi omaggia quotidianamente con la sua immensa sopportazione), la quale non poteva farmi cosa più gradita, ancorché in stagione avversa, così potrò mostrarmi ai passanti e provocarne la reazione sdegnata, al che potrò tranquillamente disquisire sul loro scarso conoscimento della lingua d’Albione.

Nokia 3410 per non credenti

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Devo agl’istolti che, considerando la mia frequentazione con le tecnologiche insulsaggini, non ci credono, la dimostrazione del mio possesso di telefono cellulare mod. Nokia 3410, in funzione da almeno otto anni finiti, e che ho rivestito di cover natalizia atta all’uopo, attrezzo che, quando deciderà di stiantare, mi getterà nel panico più totale, visto che vi conservo registrato il record personale del gioco "Snake II", conquistato sulla linea autostradale Roma-Giulianova percorsa in autobus.

Rèndansi dunque all’evidenza i sanza fede!

Alluvione: finalmente il Veneto si incazza

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Ho sempre pensato che il Veneto sia una regione meravigliosa, e che lo sia a prescindere dai suoi stessi abitanti.

Ho vissuto in Veneto per qualche anno e conosco molto bene queste persone che  sono state sempre abituate a fare dei miracoli e a tirar fuori dei risultati egregi addirittura dal niente.

Prendete il pandoro, per esempio. E’ una cosa assolutamente perfetta, soffice, quasi minimalista. Farina, burro, zucchero, uova, il segreto è nella lievitazione. Sbaglia un ingrediente e va tutto in mona.

O il Prosecco, la risposta italiana allo Champagne, più gentile, quasi più amabile, un vino che puoi bere a tutto pasto senza andare in ciucca mentre lo Champagne tira anche 12,5° e prova te a farne fuori una bottiglia.

I Veneti hanno tirato fuori solo nel ‘900 due papi, di quelli allevati a fetta di polenta tutti i giorni perché non c’era altro, lavoro nei campi, e se si voleva studiare c’era il seminario.

Oltre ai Veneti c’è stato solo Dio che nel mito della Genesi ha creato tutto un mondo dal nulla.

Si sono accorti, i Veneti, che il nulla è un materiale molto prezioso, ci si possono fare un sacco di cose. Ecco, forse, il perché a volte si sentono dei Padreterni.

Il Veneto è sott’acqua e alla televisione ce lo fanno vedere con almeno due o tre giorni di ritardo.

Berlusconi è andato lì e ha detto che in tempi brevi ghe pensi mì, trecento milioni di qui, poi il resto a conteggio dei danni, e i Veneti, che sono gente che si tira su le maniche, lo hanno criticato e contestato fino al midollo. A Vicenza. Nei servizi di Rai News (l’unica emittente televisiva decente di casa RAI, assieme a Rai Storia) è stato quasi un sollievo vedere giovani fradici fino al collo di umidità scagliarsi contro il presidente del consiglio.

Un sollievo tale da far dimenticare per un momento la domanda fatidica: "Dov’era questa gente quando Berlusconi faceva a pezzi l’Italia?" Ma i Veneti, si sa, hanno un senso dell’autonomia molto farlocco, anche se certamente più genuino e autentico di quello dei leghisti padani. I veneti son veneti, mica padani! Alla rudezza e alla grevità bossianica della cassoela i veneti rispondono con risi e bisi, baccalà alla vicentina, radicchio trevigiano alla piastra, Merlot, sarde in saor che non mi sono mai piaciute le sarde in saor ma è per dirvi che sono gente più raffinata, più gentile.

Hanno fatto, questo sì, un bel po’ di danaro e si sa che i schéi xé schéi e su quello non si discute, poi ognuno a casa propria.

Si stanno rendendo conto anche loro, come gli aquilani, che questo governo con le sue promesse li sta prendendo in giro e siccome a differenza degli aquilani loro possono agire direttamente sul loro territorio, perché Bertolaso è andato in pensione e la Protezione Civile non può fare danni, non quanti ne abbia fatti a L’Aquila, lo fanno, e sono anche parecchio incazzati.

Si sa. I xé sensibili…

Corriere della Sera: la pedofilia femminile e’ un “disturbo mentale”

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I giornali ormai scrivono robe da neurodelirio. E il bello è che prendono anche sovvenzioni pubbliche per scriverle.

Il “Corriere della Sera”, in versione on line, ha dato l’allarme sulla pedofilia femminile.

La fa passare come una sorta di fenomeno di nicchia, sconosciuto, di cui si parla con pudore, o, preferibilmente, non si parla tanto volentieri.

E lo tratta come un “disturbo mentale”. Sconvolgente finché si vuole ma sempre un disturbo mentale.

Dunque, c’è da chiedersi, se la pedofilia delle donne è un disturbo mentale (come la depressione, l’ansia, l’Alzheimer), cioè una patologia psichiatrica, perché quella degli uomini è un reato?

E com’è che se un pedofilo molesta un ragazzino lo incarceriamo (giustamente) per mesi e se lo fa una donna è malata?

Messaggi nevrotici. Cortocircuito dell’informazione.

Finché non crolleremo tutti per aver espiato la pena di sopportare queste falsità.

A Locorotondo un manifesto per ricordare la morte del Reverendo Benito Mussolini

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A Locorotondo un gruppo di cittadini ha pensato bene di ricordare la portata storica e la valenza di una figura come quella dello Zio Benito, affiggendo un manifesto funebre in cui si ricorda il sessantacinquesimo anniversario della prematura e illogica scomparsa del Caro Estinto.

O lo vedi se aveva ragione Fini a dire che il dissenso è ancora possibile in Italia? O prova a dargli torto…

Berlusconi contro Saviano: la criminalita’ organizzata e’ frutto di un’invenzione letteraria?

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“La mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta” anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come “le serie della Piovra” e in generale “la letteratura, Gomorra e tutto il resto”.

(Silvio Berlusconi, Presidente -ahimé- del Consiglio dei Ministri -con rispetto parlando-)

Ignazio La Russa accompagna gentilmente alla porta il giornalista freelance Rocco Carlomagno (noblesse oblige!)

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Rocco Carlomagno è un giornalista freelance, va bene, magari un po’ rompicoglioni, come è d’uopo essere quando si gestiscono iniziative "autoprodotte", ma stamattina era presente alla conferenza stampa di Berlusconi e ha avuto l’ardire di rivolgere una domanda non concordata al Presidente del Consiglio, già piuttosto nervoso di suo.

La Russa lo ha preso per il bavero e lo ha fatto cacciare dalla sede romana di, potenza degli ossimori, via dell’Umiltà.


Il problema davvero spinoso del governo e delle istituzioni che oggi ci rappresentano, dunque, non è tanto il voler far partecipare a tutti i costi la lista del PDL alle elezioni del Lazio con la Polverini di turno, ma quello di tacitare ogni voce di dissenso, ogni iniziativa che vada in direzione contraria, sia pure in maniera non ostinata.

Ci stanno riuscendo cercando di instillare nell’opinione pubblica, anche nella più libertaria, il veleno del seme della prepotenza, quello che non passa attraverso il confronto delle idee libero e aperto, ma che pretende di tappare la bocca all’interlocutore solo perché dice la verità.

E non mi si dica che non è già successo.

Niente fiori sulla tomba dei Mignott

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Dopo il raffreddoresco ritorno dalle terre ove il gaèlico "Slainte!" suona, mi son ritrovato con una mail dell’imprescindibile Baluganti Ampelio, il quale, svegliatosi dai letargici sonni in cui il febbraio nebbioso e rompicoglioni l’ha reso avvezzo, ha pensato bene di andare a visitare quanto di più degno e culturale esista ai suoi occhi. Non la "Primavera" del Botticelli agli Uffizi, non il Canzoniere "C" della gloriosa lirica provenzale, non la raccolta del "Vernacoliere" dal ’65 ad oggi tecàta agli Scali del Corso di Livorno, bensì i cimiteri.

Passeggiando per le inumazioni del Camposanto del Cosolì, a Nonsoddove in Francia (o in Australia, ora non rammento), il pio Baluganti Ampelio ha immortalato la tomba della famiglia Mignot, il cui cognome rappresenta comunque un programma mancato (o realizzato, si veda il caso) o una condanna a vita che non trova requie neanche nel sonno eterno. I Mignot superstiti hanno fatto incidere sul sepolcro la frase "è proibito depositare fiori su questa tomba". Come vedete qualcuno ha pensato bene di rispettarne le volontà. E siamo certi che il pio Baluganti Ampelio ci avrebbe anche pisciato sopra.

Mele a forma di cuore

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Per San Valentino hanno fatto le mele con una macchia a forma di cuore.

La gente non sa più cosa inventarsi, pur di non dire che le mele dovrebbero essere gustose, succose e appetibili in quanto tali, non perché se n’è scoperta una variante originale da rifilare ai gonzi, che evidentemente mangiano mele solo a San Valentino.

Ci deve essere un gusto assurdo a far sembrare utili le cose che dovrebbero essere quotidiane, perché da che mondo è mondo le mele sono sempre esistite: la mela di Biancaneve, la mela di Adamo ed Eva, il tempo delle mele, una mela al giorno leva il medico di torno, chi Vespa mangia le mele…