Paco Ignacio Taibo II, tra Spagna e Messico, ha scritto di rivoluzioni, di rivoluzionari, mignotte, e di un ispettore, Héctor Belascoarán Shayne che però è completamente fittizio e strumentale, perché quello che gli interessa è descrivere l’orribile formicaio di México D.F. ("D.F." sta per "Districto Federal", nota per Baluganti Ampelio, Lu Cumpare e i pisani).
Ha una bella bibliografia, leggetelo.
Ho ripreso "Sentendo che il campo di battaglia" di cui vi leggo l’attacco. Spero che basti a farvi venir voglia di andare a cercarvelo in qualche libreria, e anche a visitare http://www.vespito.net/taibo/ uno dei primi web dedicati a Taibo II (al secolo Francisco Ignacio Taibo Mahojo) creato dal buon Gabbrielli Ivo sposato Palleschi, e a cui collaborai come traduttore e a cui il Lys (al secolo Baneschi Ivonne) aggiunse una caricatura dello scrittore di suo pugno. Fu, credo, una delle poche volte in cui fare qualcosa assieme ad altri mi diede più piacere e soddisfazione.
Ma ora, ragazzi, ascoltate questa registrazione, io spero che vi farà del bene, come disse il De Amicis.
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La "Vida" di Antonio Machado è uno scritto autobiografico anteposto alle "Soledades", e che si inserisce, dopo secoli, nella scia delle "Vidas" dei trovatori provenzali. Non semplici biografie, dunque, ma un vero e proprio genere letterario.
Machado, come sempre, riduce il tutto ai minimi termini, semplificando al massimo gli orpelli letterari e rendendo poetico un brano in prosa.
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Misterioso y silencioso iba una y otra vez. Su mirada era tan profunda que apenas se podia ver. Cuando hablaba tenia un dejo de timidez y de altivez, y la luz de sus pensamientos casi siempre se ve
Nací en Sevilla una noche de julio de 1875, en el célebre palacio de las Dueñas, sito en la calle del mismo nombre. Mis recuerdos de la ciudad natal son todos infantiles, porque a los 8 años pasé a Madrid, adonde mis padres se trasladaron, y me eduqué en la Institución Libre de Enseñanza. A sus maestros guardo vivo afecto y profunda gratitud. Mi adolescencia y juventud son madrileñas. He viajado algo por Francia y por España. En 1907 obtuve cátedra de Lengua francesa, que profesé durante cinco años en Soria. Allí me casé, allí murió mi esposa, cuyo recuerdo me acompaña siempre. Me trasladé a Baeza, donde hoy resido. Mis aficiones son pasear y leer.
Ascolta la lettura dal nostro lettore di MP3 [perche’ dal 1 gennaio i testi di Antonio Machado sono passati in pubblico dominio]:
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Umberto Eco deve essersi divertito da pazzi a scrivere “La misteriosa fiamma della Regina Loana”, ma dev’essersi proprio buttato via dalle risate, una di quelle esperienze che devono averlo fatto andare a letto ogni notte alle due per risvegliarsi alle cinque, carico di adrinalina per continuare a scrivere tutto il giorno.
E’ la storia di un uomo che perde la memoria del “vissuto” (non si ricorda chi sia, chi sia sua moglie, chi siano i suoi figli) ma non quella delle “nozioni”, per cui l’inizio è tutto un turbine di citazioni, uan danza in contrappunto di ricordi degli anni ’30 sotto forma di canzoni, testi, regole grammaticali, poesie imparate a scuola, ritagli di giornale, riminiscenze assortite).
Continua così efficacemente per un buon 2/3, fino a perdersi, ahilui, nella partte finale, ma il libro resta comunque una buona esperienza di lettura che me la sento di consigliare a chiunque abbia voglia di divertirsi davvero, come Umberto Eco e insieme a Umberto Eco.
Anzi, no, ve ne leggo un pezzettino io…
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La lettura di Antonio Machado è piaciuta. Ringrazio Melania, compagna dei tempi del liceo, che mi ha incoraggiato a continuare, forse anche mèmore dei pomeriggi passati a studiare la metrica del poeta sivigliano.
Vi propongo "Recuerdo Infantil". Non sono particolarmente legato a questa poesia, non come a "Retrato", almeno (mia moglie mi dice che nella registrazione si sente un sottofondo di commozione al finale, e va beh, lasciamocelo…) ma viene citata in un film che mi piace molto, "La lengua de las mariposas" (La lingua delle farfalle) del regista José Luis Cuerda, tratto da un bellissimo racconto di un promettente Manuel Rivas, ma tanto sapete una sega voi…
C’è un senso di monotonia di pioggia dietro ai vetri in un momento di lezione.
Arto Paasilinna o della piacevolezza inquietante della scrittura.
Che cosa conosciamo della Finlandia? La Nokia, la sauna, Linus Torvalds e, ora, Arto Paasilinna, romanziere piacevole, sorprendente, a tratti lirico, certamente mai banale, un po’ imbriago, mia moglie dice che forse è anche frustone e pazienza.
Il finlandese è una lingua ugro-finnica che mi ha sempre incuriosito pur non capendoci un cazzo, per via di tutte quelle "aa" (come in "Paasilinna"), di quel pullulare di o con la dieresi (ö) e del fatto che come la giri è la lingua agglutinante e segrete adi un popolo di cinque milioni di abitanti su un territorio vastissimo, tutti con spiccate o lievi tendenze suicide, a seconda dei casi.
I libri di arto Paasilinna in Italia sono tutti tradotti e pubblicati dalla casa editrice Iperborea, la quale ha l’indubbio merito di essersi ingaggiato uno dei narratori più talentuosi del panorama europeo, ma che pubblica dei libri che non stanno aperti e questo lo odio, pe3rò in compenso se lo leggete prima di addormentarvi e vi dimenticate di rimettere il segno, la mattina dopo la pagina la ritrovate tranquillamente.
Ho cominciato con "Piccoli suicidi tra amici" e proseguito con questo "I veleni della dolce Linnea" da cui vi leggo un brano che, probabilmente, non dà nemmeno l’idea più pallida della complessità del romanzo e del fatto che Arto Paasilinna è dotato di un senso umoristico del grottesco che è proprio quello che ci vuole perpassare queste giornate invernali in cui le feste costringono a dei tour de force ingestibili senza il conforto di buone letture.
Insomma, come sempre ve lo leggo. Sarà sempre qualcosa in più di ciò che dedica Wikipedia a "I veleni della dolce Linnea" quando afferma "è un libro dello scrittore finlandese Arto Paasilinna. Pubblicato in finlandese nel 1988, la prima traduzione in lingua italiana risale al 2003." Ecco come si fanno le voci su Wikipedia. Ma voi cercate il libro e fregatevene bellamente.
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Antonio Machado non è un poeta spagnolo. Antonio Machado è la poesia spagnola in tutte le sue molteplici espressioni, sfumature e metri, e, forse, molto altro, oltre a questo.
Ho fatto di una delle sue poesie (senz’altro tra le più belle e riuscite) un tormentone che, probabilmente, molti ricorderanno.
Il poema si chiama "Retrato" e apre "Campos de Castilla", l’opera in versi del 1912 che ha scolpito nel granito la sua grandezza.
Il primo verso è l’immarcescibile "Mi infancia son recuerdos de un patio de Sevilla", si tratta di un verso alessandrino, quattordici sillabe con un emistichio perfetto, un verso unico eppure spaccato in due.
"Retrato" non è solo una poesia autoreferenziale, è l’immagine di un uono estremamente semplice, buono e orgoglioso di ciò che scrive.
Antonio Machado morì appena raggiunto l’esilio francese, nel 1939, e per fortuna non fece in tempo a vedere la dittatura di Franco. Fu un gran sollievo, per lui.
Per i tipi di Stampa Alternativa (ora “Nuovi Equilibri”, si sono ammorbiditi anche loro), apparve anni fa un libriccino della collana “Millelire” che conteneva la trascrizione della registrazione di un incontro di Don Lorenzo Milani con i ragazzi della Scuola di Barbiana (dove si faceva scuola anche di domenica e si studiava giorno e notte).
Non ha nulla a che vedere con la condanna del sistema contenuto in “Lettera a una professoressa” o col messaggio, più politico che scolastico, di “L’obbedienza non è più una virtù” (ammesso che lo sia mai stata) è uno scritto di una freschezza e di una spontaneità sorprendenti. Una bambina chiede a Don Milani il permesso di andare a ballare ogni tanto, sostenendo che non c’è nulla di male a fare quattro salti, e Don Milani comincia a fare una lezione di vita che prende il titolo di “Anche le oche sanno sgambettare”, con una bella filippica sul tempo e su chi ne ha da perdere.
Come tutti i libri (libretti, appunto) belli, non è più in commercio. Anziché riportarvene uno stralcio ho preferito leggervelo. Così inizio una serie di letture di parti di libri che ho in casa (la legge sul diritto d’autore almeno questo lo consente ancora) e che mi stanno più a cuore. Così, perché non sapevo cosa fare…
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