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La Lega Nord è arrivata a un accordo coi pubblici ministeri del Tribunale di Genova che avevano stabilito il sequestro di 49 milioni di euro sottratti alle casse dello Stato, cioè ai cittadini italiani.
Coi pubblici ministeri i compromessi si fanno tutti i giorni. Come i patteggiamenti, per esempio. Ma mentre nel patteggiamento non c’è la prova provata della responsabilità dell’imputato (si tratta solo dell’applicazione della pena su richiesta delle parti, non c’è dibattimento, quindi non c’è formazione degli elementi probatori), non c’è ammissione di responsabilità, nel caso della Lega Nord c’è un ordine di sequestro dopo la sentenza sulla truffa dei rimborsi elettorali dal 2008 al 2010. E ripeto: soldi dello stato pagati dai cittadini italiani.
La Lega se la caverà con 80 comodissime rate annuali (una dilazione estrema che ricorda le televendite dei materassi di Mastrota) da 600.000 euro l’anno. Senza interessi. Che, voglio dire, in 80 anni quanti interessi (composti) rendono 49 milioni? E anche quelli sono soldi dei cittadini.
Ma, soprattutto, la richiesta di questa rateizzazione nasconde qualcosa di molto più grave e inquietante: una ammissione di completa responsabilità riguardo ai fatti contestati, prima ancora di un pronunciamento di merito definitivo da parte della Cassazione sulle ipotesi civili e penali della vicenda. E’ come se avessero detto “è vero, noi quei soldi li abbiamo presi, adesso li restituiamo ma a babbo morto, con calma, senza fretta, tanto fra 80 anni chissà se saremo ancora tutti vivi e il tempo è galantuomo.”
Nel frattempo restano al governo per respingere le navi che trasportano i disperati.