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In una sorta di commedia degli equivoci si dipana la vicenda di questa coppia parallela, mostrata per far vedere che esiste la tolleranza, che la diversità arricchisce, e che anche tra persone diverse si può convivere. Insomma, le solite cose sapute e risapute tanto da diventare dei luoghi comuni e che solo dei veltroniani convinti potrebbero prendere per oro colato e per intuizione originale artistica.
Lei, nera, è ricca, straordinariamente ricca, con una collezione di carte di credito da far paura, a confutare lo stereòtipo che nero è sinonimo di poveraccio.
Il poveraccio, invece, è lui, il bianco, con una società che stenta a decollare e una moglie che, tanto per non dichiararsi razzista, chiama “troie” le donne nere (noblesse oblige!).
Molti spunti interessanti, il film è godibile ma poco realistico, siccome doveva a tutti i costi finire bene e non poteva concludersi con loro due che si lasciano per sempre, sembra una favola della buonanotte.
Bella la partecipatione di Katia Ricciarelli che appare decisamente molto brava. Il suo personaggio è l’unico che dica qualcosa di sensato e di realistico nel film.
Insomma, si può guardare. Con un po’ di senso critico ma si può guardare…