“Abbado chi?” (La classe politica italiana)

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Muore Abbado, e dopo sole tre ore e mezza dalla diffusione della notizia, la home page della versione web del Corriere della Sera la schiaffa nelle retrovie, dietro al contributo di Renzi all'”Italicum”, a un morto per l’allarme maltempo (oggi abbiamo avuto un morto per l’allarme cultura!), a una terospettiva storica dei meriti dello stesso Renzi, alla difesa di Sollecito che ne chiede l’assoluzione, e a un articolo su Fidel Castro e il golf strategico che, si veda il caso, piace tanto allo stesso Renzi. E tre. Insomma, abbiamo da parlare di un extraparlamentare che l’altro giorno ha incontrato un altro extraparlamentare, non vorremo mica parlare di un parlamentare vero che ci ha lasciati?

E invece Abbado muore e con lui muore il “Titano” dell’osare, per accompagnarne il ricordo con il suo amato Mahler.

Senatore a vita (una condizione durata pochissimo) aveva devoluto il suo stipendio parlamentare alla Scuola di Musica di Fiesole. Si dichiarò disposto a tornare a dirigere a Milano in cambio di 90000 alberi. Aveva diretto la Scala per 18 anni.

Aveva detto ”È compatibile che nella parte più antica e nel cuore culturale del continente europeo ci sia un uomo che controlla l’80 per cento dei mezzi di informazione e che per di più quest’uomo sia il primo ministro?”. Per aggiungere “Sono preoccupato. Nel mio Paese e nel mondo intero non si fa abbastanza per la cultura. Arrivano al potere persone ignoranti“.

Ha vissuto abbastanza da provare il dolore, probabilmente l’ultimo della sua vita, di vedersi sospendere l’attività dell’Orchestra Mozart, di cui era stato instancabile artefice e sostenitore.

Dovremmo mantenere questa notizia in prima pagina per giorni. Ma c’è Renzi da ossequiare, in un modo o nell’altro. Si rende conto in che casino siamo combinati noi che restiamo Suoi orfani, Maestro Abbado?

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