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“Stat Rosa pristina nomine. Nomina nuda tenemus.”
Ci conoscemmo a Bologna in un giorno di novembre del 2003.
“Rosa” è un nome che ha una quantità incredibile di possibili e successive associazioni, come dice Umberto Eco. “Rose rosse per te ho comprato stasera”, “Grazie per le belle rose”, “…quando ti dato quella rosa, rosa rossa….”, “son tornate a fiorir le rose”, “una rosa è una rosa è una rosa…”, “…una spina e una rosaaaaaa…”.
La prima frase che mi disse, alludendo alla mia origine abruzzese da parte di padre fu “Abruzzese di dove??”
Le piaceva il Camilleri del commissario Montalbano. Come a me. Le piaceva la buona cucina. Come a me. Le piaceva la radio. Come a me. Le piacevano i libri. Come a me. Le piaceva Fossati. A me no.
Credo che quel giorno girammo tutta la città. “Cullàti fra i portici, cosce di Mamma Bologna…”
Un bambino ci guardò: “Mamma, perché quei due si baciano??” “Perché si vogliono bene!”, rispose la madre complice comprensiva di un momento intimo nel buio e con un clima piuttosto freddino.
Girammo tutta Bologna e forse anche di più.
La sposai cinque mesi dopo. “Che ci vuole a sposarsi?”.
Oggi compie cinquant’anni e siamo ancora così giovani…
Povera stella, davvero :)