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O di chi è accusato di omicidio e viene condannato a una multa per divieto di sosta.Gridano all’ingiustizia, se vengono individuati nei loro miserrimi misfatti, dicono che non hanno fatto niente, che loro non c’entrano, e se c’entrano lo hanno fatto per scherzare.
Scherzano quando se la prendono con i compagni, scherzano quando provocano gli insegnanti, scherzano quando si fanno odiosamente prepotenti con gli inermi.
Sono gli alunni che si fanno regalare un cellulare di ultima generazione dalla nonna per la Cresima, o dai genitori che li premiano per aver riportato qualche debito formativo.
Sono gli alunni maledetti che usano queste risorse tecnologiche di cui non capiscono un accidente per riprenderti in classe mentre fai lezione, o, peggio, mentre ti bombardano di pernacchie e sputi (tanto non puoi mica dimostrarlo, e poi provaci a mettere loro le mani addosso!), e poi ti schiaffano su DioTubo.
Sono i ragazzi di oggi. Pensano sempre all’America, lontana, dall’altra parte della luna, agiscono localmente e sono globalmente sprovveduti.
Non sono dei fini umoristi. L’umorismo (come diceva Carlo Maria Cipolla) è quando si ride con gli altri, non quando si ride degli altri. Si divertono così e i loro genitori cantilenano “Son ragazzi!”
Sì, son ragazzi ma stavolta uno è stato identificato e denunciato.
Così papà e mamma, che rischiano di dover tirare fuori 18000 euro (perché figuriamoci se lo mandano a lavorare per riparare alle minchiate che ha combinato, seeeeeh) perché al bamboccetto sono venute le fregole digitali.
E intanto uno è stato punito, accidenti a loro, alla tre, ai videofonini, alle suonerie, alle “fotine” e ai TVTTB.
Sei un mito, mi associo al tuo grido, alla faccia di tutti questi “ragazzi” che si fanno un vanto della propria ignoranza e cafonaggine!